EUCOOKIELAW_BANNER_TITLE

MUSICA

musica

Montecruz(Flickr)

La musica è …musica per le orecchie. La musica è una delle più meravigliose invenzioni che ci siano. La musica può esaltare, stordire, intenerire, addolcire, fare innamorare, rendere allegri e tristi, regalare emozioni intense, può… fare miracoli. Dico “può” perché poi ci sono sempre i refrattari o insensibili non solo alla musica, ma spesso a tutte le arti. Solo rarissime persone risultano insensibili al suo piacere e, in quanto tali, purtroppo non sanno cosa si perdono. Ma non è colpa loro; come al solito ritengo che la carenza vada attribuita a fattori biochimici , a qualche deficienza neurale.

Come le altre forme d’arte, la musica ha diversi generi con relativi estimatori. Nella pittura c’è chi predilige l’astrattismo, chi l’impressionismo, chi il realismo piuttosto che la pop; c’è chi si estasia e chi è disponibile a spendere cifre considerevoli per l’acquisto di opere, anche se spesso solo per investimento, per speculazione o per valorizzare le abitazioni. Nella lettura c’è chi predilige la narrativa, chi è attratto dalla saggistica, chi dalla poesia. Ma, a differenza delle altre arti, la musica è universale, non necessita di traduzione, è compagna di vita quotidiana, diffusa ad ogni latitudine; volenti o no ce la ritroviamo in radio e autoradio, in tv, sul web, negli smartphones, nei lettori, nei locali pubblici, in ogni dove. E, proprio per questa sua costante presenza, spesso ci piacerebbe condividerla con altri, ed in particolari con i migliori amici o con fidanzati e sposi. Desiderio spesso non esaudito! Infatti, ad esclusione di alcune bande di ragazzini che apprezzano praticamente quasi tutta la musica leggera, conoscono tutti i testi, anche quelli inglesi, conoscono ogni gossip sugli artisti, non è raro scambiarsi delusioni. A chi non è mai accaduto di impazzire per un brano, che non si stanca di ascoltare, che gli fa venire la pelle d’oca, che vorrebbe divenisse la canzone della coppia e invece…? E stiamo parlando di musica leggera, figurarsi se uno dei due stravede per la disco music, garage e simile pompata a 150 decibel, si droga di nottate di unz unz da discoteca, mentre l’altro si estranea dal resto del mondo solo ascoltando musica jazz, da camera o dodecafonica! E poi ancora c’è da mettere d’accordo i fautori dei testi e quelli delle musiche. C’è infatti chi conosce a memoria tutti i testi, spesso abbinati a musiche anonime, musiche che a volte non avrebbero neanche titolo di essere chiamate tali. E’ vero che la storia della musica ci ha regalato dei classici, perfetto abbinamento di testi e musica, ma a mio parere si tratta di rarità. A tutti quelli che prediligono i testi alle musiche dico: la musica è quella che si ascolta prima, quella che si comprende, qualsiasi lingua sia il testo, quella che rimane in memoria e nell’anima se piace tanto, e poi, superata positivamente la prima fase si spera di ritrovare un testo all’altezza.

In “nessun dorma” della Turandot le parole finali “..tramontate stelle, all’alba vincerò” sono decisamente marginali rispetto alla musica. Se proprio si desidera ascoltare parole toccanti, si preferisca abbandonarsi all’ascolto della voce profonda del bravo attore che recita poesie di Lorca su delicato sfondo musicale piuttosto che tentare di decifrare le simpatiche farneticazioni ricche di dislalie e disfasie del rapper del momento. De gustibus…

Quello che affermiamo è amplificato se si conosce la musica; non necessariamente occorre essere in grado di leggerla e scriverla, è sufficiente saperla interpretare. E chi sa suonare uno strumento sa bene di cosa parlo. Agli altri, per farmi capire, posso dire che, se dovessero chiedermi cosa vorrei preservare di personale se domani .. bruciasse la città, risponderei senza esitare: i miei strumenti musicali! Non è follia. Qualsiasi artista, nelle condizioni estreme, vorrebbe con se il proprio strumento: la chitarra, il pennello, lo scalpello, carta e penne ecc., l’unica cosa che gli consentirebbe di nutrire lo spirito e quindi vivere; gli altri che non avessero la stessa fortuna?: vivrebbero ugualmente, ma con inevitabile aridità mi verrebbe da rispondere, ma non ci giurerei. Forse paperone si terrebbe con se un letto di banconote, il patito delle auto la macchina preferita, il vanesio il beauty case, il palestrato qualche attrezzo, il gay qualche altro attrezzo !

(P)Ad abundantiam aggiungerei una vicenda personale. Negli anni sessanta mi dilettavo a suonare la” batteria”, allora costituita da una scrivania( la gran cassa), uno scatolone di cartone(il rullante) ed una lampada da tavolo (il piatto); periodicamente con un amico chitarrista facevamo dei concertini familiari, finché un giorno fummo fulminati dall’esplosione di novità musicale ad opera di quelli che, a mio parere, cambiarono i canoni della musica leggera e sono rimasti tra i più geniali musicisti della storia: i Beatles. (Non ho mai compreso l’accostamento tra loro ed i Rolling Stones atteso che solo i Beatles hanno creato musica nuova e, non elemento secondario, hanno scritto loro stessi le proprie canzoni, ed infine le loro musiche sono state riproposte in cinquant’anni da migliaia di famosi interpreti. Hanno guinness di primati diversi. McCArtney è stato giudicato il compositore ed esecutore di maggior numero di dischi d’oro della storia del rock! De gustibus). Da lì a poco, acquistati strumenti più acconci ed unitici ad altri tre musicisti ci mettemmo a suonare nelle balere ed nei night clubs, allora organizzati diversamente da oggi. A volte si facevano le prove a casa mia, con conseguente disappunto dei vicini di casa, i quali, un giorno, chiamarono i carabinieri. Al loro arrivo mia madre li accolse, offrì loro dolcetti di casa e caffè e li fece accomodare nel salone. I militi rimasero un po’, apprezzarono vivamente le nostre interpretazioni, ringraziarono e quindi si accomiatarono pregandoci di fare un po’ più piano. Dolcissimi! In seguito il chitarrista ed io ci ritirammo per continuare gli studi universitari mentre gli altri componenti proseguirono a livello professionale. Poi le nostre famiglie per cambio domicilio si separarono ed io, in assenza di emozioni che, certamente non potevo ricavare dall’uso della batteria in casa, auto appresi la chitarra e la tastiera. Ma la cosa che ricordo con affetto, e sempre con stupore, è il fatto seguente, avvenuto un paio di anni dopo. Con il mio caro amico Carlo ci avventurammo a Roma per fare una “improvvisata” a due amiche, ma rimanemmo fregati perché loro non si trovavano in sede, così fummo costretti ad arrangiarci per rimediare nuove ragazze. Nei giorni a seguire ci si vedeva frequentemente nel miglior posto dove le straniere arrivavano senza soluzione di continuità “a vagonate”: la stazione Termini . Le aiutavamo a portare i bagagli e poi, con il nostro inglese stentato, avviavamo l’approccio. In uno dei tanti frangenti si verificò la svolta positiva che cambiò il proseguo della nostra vacanza romana, allorquando facemmo amicizia con un giovane, la cui famiglia gestiva un piccolo albergo al centro, albergo che lo stesso giorno avrebbe ospitato una compagnia di ragazze inglesi. La sera mi vide al centro dell’interesse della comitiva, chitarra in mano a cantare le canzoni del gruppo inglese nei testi originali, cosa che mi fece ricordare le medesime scene viste in quel periodo più volte in tv in occasione delle esibizioni del gruppo musicale inglese: isteria, lacrime, strappa capelli delle teenagers. E’ inutile negare che la cosa mi fece enorme piacere, non facilmente percepibile da chi non ha vissuta la scena, piacere che toccò il top quando, giorni dopo, arrivò il momento del nostro forzato rientro a casa. Cantata l’ultima “And I love her”, https://www.youtube.com/watch?v=WrtJMwKqrpI , una scena comica: una ragazza stupenda, occhi azzurri, capelli rossi, lentiggini era a terra che, piangendo, mi tratteneva per un braccio, mentre il mio amico mi tirava dall’altro urlandomi che avremmo perso il treno se non muovevo il sedere.

L’egoismo qui’: se si gode all’ascolto della musica, alla sua esecuzione, alla sua condivisione con le persone care, e così per ogni altra arte: si dimostra il possesso di un egoismo nobile, quello di tipo 4.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *