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RIFLESSIONI

Riflessioni

Riflessioni

Per abituare il cervello a muoversi a 360°, il primo degli obiettivi che ci prefiggiamo di conseguire è quello di invitare alla riflessione prima di dare risposte banali, affrettate, apparentemente logiche, alla domanda sui motivi di un dato comportamento umano.

E cosa c’è di più utile di trarre spunto da situazioni che ognuno vive nel quotidiano, come durante la guida dell’autoveicolo?  In realtà sul comportamento dell’automobilista si potrebbe scrivere tantissimo, riportando innumerevoli fatti realmente accaduti ed aneddoti; ci limiteremo invece a rispondere a pochi quesiti, certi di cogliere il pieno interesse di chi giornalmente percorre decine di chilometri in auto.

Cito ad esempio un fatto certamente accaduto a tutti: come rispondiamo alla domanda del perché l’auto davanti alla nostra procede a velocità inferiore al limite imposto pur non intravedendosi ostacoli? È facile rispondere che si tratta evidentemente di un imbranato, probabilmente imprecheremo, poi lo supereremo così placheremo il nostro disappunto. Si tratta della soluzione più comoda e soddisfacente: il proprio io è appagato; infatti, sottostimando e svilendo gli altri, inconsciamente sopravvalutiamo noi stessi!

Ma se invece quel conducente non fosse imbranato, peraltro comunque perdonabile da chi possiede un minimo di sensibilità e buon senso, e invece fosse stato colto da malore, avesse intravisto un rilevatore di velocità o il fondo stradale dissestato o un pericolo a distanza o la sua auto avesse problemi o il navigatore gli avesse indicato una strada che non c’è, o più semplicemente fosse un anziano prudente?

Qualsiasi altra ipotesi venga in mente è utile per far comprendere che noi, al posto di quel conducente, ci saremmo probabilmente comportati alla stessa identica maniera, di fatto rimangiandoci le critiche prima formulate. Nella ipotesi improbabile, ma possibile, che la persona incriminata stia parlando o messaggiando al cellulare o, peggio, fiero del suo gesto stia godendo con amici per la coda di auto causata, se si è piacevolmente colti da leggiadro sadismo è consentito regalarsi uno sfizio: superare l’auto, quindi (importante) procedere a velocità inferiore alla sua! Così in un colpo solo gli dimostreremo di essere più intelligenti o forse che sappiamo essere anche più stupidi! O forse nulla, se la persona ha problemi ben più seri per accorgersi di noi!

Altro esempio, sempre accaduto: Ci troviamo in autostrada; non sopraggiungendo veicoli, ci mettiamo in corsia di sorpasso per superare a velocità consentita l’unico automezzo visibile davanti a noi. All’improvviso qualcuno, non si sa da dove sbucato, ci lampeggia da dietro. Verificato che non è un mezzo delle forze dell’ordine o di emergenza e preso atto che i pochi secondi che mancano al rientro nella propria carreggiata, sia accelerando il sorpasso che frenando per rientrare, non possono salvare vite umane, non rimane che concludere che trattasi di ubriaco, drogato, balordo ecc. La reazione che avremo sarà sempre data da queste possibilità: 1) farci sopraffare dal naturale istinto di inveire o rimanere sereni comunque proseguendo nel sorpasso; 2) essere superiori, comprensivamente paterni (cosa improbabile per un giovane), soprassedere e scansarci; 3) scendere di parecchi livelli intellettivi, dimostrare con i fatti che, se si vuole, si è capaci di fare di peggio: in questo caso, se la nostra auto offre la possibilità e se ci sentiamo annoiati e vogliamo svegliarci un poco, ci lasciamo sorpassare, verifichiamo che non si tratti di un’auto civetta, lampeggiamo a nostra volta e sadicamente superiamo nuovamente il tizio lasciandolo a… riflettere. Non è assicurato, ma in teoria potrebbe capire la lezione! O forse siamo stati noi incapaci di valutare la sua urgenza?

L’esempio citato mi riporta alla mente la storiella(S) del leone che, appena sveglio, non trova altro di meglio da fare che andare in giro a terrorizzare gli altri animali della savana per incassare consenso e riconoscimento del suo status. Incontrata una gazzella le ruggisce la frase di rito: “Tu, dimmi chi è il re della foresta?” L’ovvia risposta:” Tu mio signore”, e così fa con altri animali finché si imbatte in un elefante, il quale, per risposta, “improboscida” il leone e lo lancia a diversi metri di distanza. Il leone, una volta ripresosi dal colpo, rimbrotta spiritosamente l’elefante:” Ma è possibile che non si può mai scherzare con te?”

Volutamente ci si è limitati a solo due semplici esempi, tratti dal mondo automobilistico, ma si capisce che le casistiche sono infinite.

Il concetto di riflessione, suggerito anche nell’argomento “Critica”, si propone di spronare a vedere la situazione oggetto della nostra attenzione al di là del nostro consueto, abitudinario approccio.. come se dovessimo spostare il fuoco di un’immagine. Chi ha conoscenza degli stereogrammi capisce di cosa parlo, chi non li conosce ne ricerchi qualcuno sul web: si tratta di figure apparentemente senza senso e comunque bidimensionali che, osservati dietro uno schermo riflettente (il vetro di un quadro o il monitor del pc) costringono l’occhio a guardare dietro alla figura stessa ed in pochi secondi, ma dipende comunque dalla capacità individuale, si entra in un mondo dove appariranno nuove figure tridimensionali.

L’invito alla riflessione, prima di darla vinta all’istinto della critica, discende dalle risposte alla domanda che verrà posta al capitolo “DNA” ovvero: cosa interessa l’uomo nell’arco di tutta la sua esistenza? Le risposte :1) il proprio benessere, 2) l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri umani.

Bene è chiaro che se ciascuno di noi applicasse questa semplice regoletta, che si sostanzia in pratica nell’avere rispetto per gli altri, i due punti sarebbero soddisfatti e, conseguentemente, saremmo tutti protagonisti di un mondo migliore.

 Leggere per completezza dell’argomento anche la voce “Critica.

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