Presentazione

SALVE GENTE

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Benvenuti in questa bacheca comunque ci siete arrivati. Siete sfaccendati, assopiti? Non datela vinta alla noia: soffermandovi qualche minuto forse sarete tentati di curiosarvi per approfondirne i contenuti o… di fuggire di gran corsa dal blog. Niente mezze misure.

Sono Sal: amante della vita, ironico ed autoironico, appassionato di musica, estimatore di gags, rime e aforismi, intransigente pacifista, inguaribile sognatore.

Le note che seguono rappresentano un tentativo di risposta agli interrogativi che da sempre mi frullano in mente circa tanti modi originali di agire della gente. Non poggiano su teorie scientifiche o studi di settore, sono solo tratte dalle esperienze quotidiane e dalla osservazione curiosa dei comportamenti umani.

Nonostante avessi un bel da fare per impegni familiari e professionali, messa a tacere la mia formazione scientifica, mi sono reinventato psicologo, potendo così a lungo riflettere, pensare, ricordare, comporre il puzzle delle variabili in gioco, ciò che ha confortato la teoria che man mano si intuiva, finché, seppure orgoglioso per la scoperta, ho dovuto amaramente prendere atto che la nuova visione della vita mi stava riconsegnando un mondo inquietante e squallido!

Non essendo esperto in neuroscienze, in neurobiologia, in genetica, in chimica, in psichiatria comportamentale, in semeiotica medica, in sociologia ecc. , anche se l’avrei desiderato per arricchimento culturale e la soddisfazione per la divulgazione del mio sapere, il livello della lettura sarà “ad alzo zero” così da consentirne la comprensione a qualsiasi lettore …e soprattutto all’espositore.

Nel blog trova spazio  la mia visione della vita con elementi di rottura, punti di vista oltre il banale e l’apparente su determinati temi: un’interpretazione particolare della realtà, il tutto mixato con qualche consiglio di buon senso dettato dall’esperienza, qualche articolo di altri autori(A) riportato fedelmente per non snaturarne il contenuto, a supporto del proprio punto di vista sull’argomento in questione, qualche aneddoto personale(P) non per inutile protagonismo ma perché insolito o simpatico e perché auguro regali spunti di riflessione o qualche lezione di vita come è successo con me, alcune storielle(S) per sorridere un po’ ed alleggerire la lettura rendendola più sopportabile, qualche aforisma, news, utilità, amenità e chicche anche su input esterni.

Le considerazioni e le deduzioni esposte sono improntate al pragmatismo, alla logica ed alla razionalità; forse appariranno semplicistiche a qualcuno, cervellotiche ed improbabili ad altri, di fatto non hanno la pretesa di dispensare verità nè si prefiggono l’obiettivo di stupire, ma solo di invitare alla riflessione… sorridendo anche un po’ e possibilmente essere di qualche utilità.

Pur se l’approccio non è da addetto ai lavori e la finitezza delle pagine non ha la pretesa di esaurire l’argomento di base che è l’egoismo, sfrontatamente ma senza sufficienza, affascinato ma anche divertito, mi sono accinto a sperimentare cosa ne venisse fuori.

All’inizio le idee erano state abbozzate in un libretto di poco meno di 200 pagine, mai stampato per le incessanti messe a punto; motivo che, assieme a quello insopportabile di “dovere” aspettarmi un ritorno in termini di tiratura, mi convinsero presto a calarle nell’attuale blog, più attuale e creativo. Da questo mi auspicherei una risposta immateriale ma dal valore inestimabile: quello della sua condivisione anche parziale. L’iter logico consiglierebbe di leggere gli argomenti dall’inizio fino a “Variabili principali”; a cominciare da “Amicizia” sono invece elencate alfabeticamente alcune voci che hanno riferimento all’argomento centrale: l’egoismo,  spesso terminate con alcuni miei aforismi.

Ma torniamo al titolo. In prima battuta avevo pensato a “Te lo do io il cervello” per l’importanza e la centralità che si dà a tale organo in questo scritto, poi ho optato per una frase, tratta dalla mia memoria di quella porzione d’infanzia trascorsa nei periodi delle vacanze estive presso la casa dei nonni materni, dove, in quanto primo nipote maschio, ero circondato dalla affettuosa attenzione di cinque zii i quali, a turno mi ponevano quella domanda vuoi per saggiare la mia furbizia vuoi per tentare di conquistare il titolo di zio“preferito”. Questa situazione al limite della sceneggiata, che naturalmente mi compiaceva vedendomi quale piccolo ma unico protagonista, mi accompagnò per un bel periodo, finché, un po’ più cresciuto, mi accorsi, non senza delusione mista a gelosia, di avere perso l’esclusiva delle attenzioni; infatti, la medesima procedura di cui fino ad allora ero stato unico oggetto, venne man mano estesa ai nipoti nuovi arrivati in grado di discernere! Sebbene figlio unico immagino di avere provato uno stato d’animo simile a quello vissuto dai primogeniti alla nascita di nuovi fratellini.

Ho scelto questa frase che, pur apparendo banale, ritengo significativa, poiché racchiude in se spunti degni di considerazione, e più avanti vedremo perché, ricordando o dimostrando che ogni nostra azione è sempre compiuta o per il nostro personale star bene o per autocompiacimento o per proprio interesse… a cominciare da chi scrive.

Tutto ciò che leggeremo è riconducibile assolutamente a tale principio.

Comunico che, a seguito di insistenze di parenti ed amici, mi son convinto a pubblicare! Il libro, in formato cartaceo ed e-book  è reperibile dal marzo 2019 su Amazon. Un caro abbraccio a chiunque contribuirà alla sua divulgazione e recensione, che avrei piacere di salutare personalmente via email: www.altravista47@gmail.com. La cosa mi ha inizialmente creato apprensione, subito superata però dalla reale possibilità di fare del bene: infatti tutti gli utili saranno devoluti alla Lega del Filo D’oro. In conseguenza di tale decisione ho ritenuto corretto ridurre parzialmente i contenuti del presente blog.

AZIONE E REAZIONE

 

AZIONE E REAZIONE

Tutti siamo a conoscenza della terza legge della dinamica o principio di azione e reazione che così recita: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Così, un corpo appoggiato sopra un tavolo esercita su di esso una forza uguale e contraria alla forza che il tavolo esercita sul corpo; due persone che da fermi si spingono a vicenda con una forza uguale ed opposta rimangono sostanzialmente immobili ecc.

Fortunatamente o purtroppo la vita delle relazioni di ogni essere vivente è regolata da una legge universale più complessa: quella dell’egoismo. La complessità di una relazione matematica che contemperi le decine di variabili che concorrono alla sua risoluzione è così elevata che infatti nessuno l’ha mai neanche teorizzata. Forse saranno stati svolti tentativi, come io stesso ho più volte cercato di fare a livello.. amatoriale, ed inevitabilmente ogni volta mi sono convinto … a pensare ad altro.

Ma quali sono i problemi? Accenniamoli.

Se A fa un torto (molto generico) a B, costui potrebbe rispondere: 1) secondo la logica dell’occhio per occhio, quindi con analogo torto e della medesima intensità, senza osservare contesto, persone ecc.; 2) secondo la logica del rispetto dell’autore A, così ad esempio in maniera attenuata nei confronti di un debole, di una persona cara, di una persona autorevole ecc. ed in modo eccessivo verso l’autore violento, potenzialmente pericoloso; 3) secondo la logica del rispetto della situazione, modalità che potrebbe condurre ad operare una reazione pesante verso l’autore più debole o al contrario una reazione lieve o nessuna reazione nei confronti dell’autore più aggressivo e pericoloso; 4) secondo nessuna logica (solo apparentemente se B non è chiaramente fuori di testa). Qualunque essa sia è sempre e solo ovviamente governata dall’egoismo e, non osservando alcuna regola fisica/matematica, può risultare spropositata, ingiusta, insufficiente.. insomma umana.

Le componenti che in misura più o meno determinante influiscono sull’esito della risposta sono molteplici; tra queste ricordiamo: la fisicità, l’età, il carattere, la religiosità, l’intelligenza, la sensibilità, il tipo di egoismo, le esperienze, le condizioni fisiche e psichiche del momento, il contesto (ad es.se B è solo ed A è in gruppo e viceversa, se A è armato e B no e viceversa, se B deve proteggere qualcuno con lui, se il luogo è isolato o affollato, se ha ben altri problemi prioritari da affrontare che lo facciano desistere, se le condizioni atmosferiche sono o meno influenti ecc).

PRESUNZIONE

Si definisce con tale termine l’arrogante pretesa, ovvero la certezza, di conoscere qualcosa, la risposta ad un determinato perché, la spiegazione di un fenomeno ecc. Si distingue dalla più semplice convinzione, che rappresenta il primo step,  per il non secondario particolare che nel presuntuoso si innesca l’ulteriore pretesa di volere o dovere convincere gli altri.

Le più straordinarie e fantasiose convinzioni proliferano nel mondo politico, in campo religioso ed in genere in tutti quei settori nei quali può essere arduo dimostrare l’inesattezza o la debolezza della convinzione palesata.

Se qualcuno asserisce di essere la persona più forte o più alta o più grassa o più intelligente ecc. sulla faccia della terra o di avere trovato il segreto della vita o l’algoritmo sul comportamento umano non ha che da dimostrarlo per convincere.

Al contrario, se pretende ad esempio di persuadere i suoi ascoltatori che condizione necessaria e sufficiente per fare crescere l’economia e quindi il benessere della popolazione è  una redistribuzione delle ricchezze o, spingendosi molto oltre, quale è il sesso degli angeli o che Dio ha detto cosa si può fare e cosa no (come se lui l’avesse conosciuto personalmente e, dopo averne interpretato correttamente il  pensiero, gli fosse stato affidato l’incarico di divulgarlo al popolo), o che l’Islam non è il mondo violento rappresentato da qualcuno, beh questo lo vedo… diciamo arduo!

Nonostante ciò ci sarà sempre una moltitudine  che crederà. Questa moltitudine rappresenta il pane per l’esistenza dei presuntuosi e del suo proliferare.

Il problema diventa oltremodo grave allorché la presunzione è accompagnata dalla ipocrisia. E’ noto, infatti, che, oltre ai presuntuosi in buona fede, una fetta rilevante è rappresentata da ipocriti, da imbonitori, da lestofanti, da truffatori ecc. maestri nel giocare con la dabbenaggine del popolo bue. Chi, per sua natura, è scettico, è invitato di tentare di creare una stretta amicizia con un religioso o un politico o un venditore e, per incanto, scoprirà un nuovo mondo e si sputerà in faccia per la propria stupidità!

UGUAGLIANZA

UGUAGLIANZA

I predicatori dell’uguaglianza, del buonismo e dell’accoglienza a 360° sono quanto e più egoisti dei realisti.

Tra questi rientra:

  • Chi è meno uguale degli altri ed ha quindi tutto da guadagnare a diventare più uguale
  • Chi è così meno uguale degli altri da potersi permettere di accettare l’imposizione
  • Chi non capisce o finge di non sapere che l’uguaglianza negli umani è solo folle utopia, ma in compenso, se la fissazione lo ottenebra, può trovarla nelle macchine
  • Chi soffre a vedere soffrire gli altri e chi non sopporta di essere invidiato
  • Chi finge solo di combattere le inuguaglianze e lo sbandiera per motivi esclusivamente utilitaristici, per incantare le proprie folle come politici e religiosi di professione sanno fare.

Tutti ridicoli  e spesso anche pericolosi.

Tutti assieme appassionatamente e tutti concordi su un’unica condizione: che, se per caso il conseguimento dell’uguaglianza e del buonismo avesse un costo, questo andrebbe ovviamente a carico degli altri.

In realtà il vero egualitarista  gode già solo ad esserlo, ma soprattutto  a farlo, in prima persona, a proprio carico e senza pubblicità. E’ egoista anche lui! Ma buono.

Chi non rispetta questa semplice regola è un falso, un maestro di retorica o un idealista.

Così come negli Stati non autoritari non  esistono (o non dovrebbero esistere) imposizioni di ideali, ma norme sul vivere civile, così come nelle religioni che non si prestano ad estremismi non esistono (o non dovrebbero esistere) obblighi sul cosa fare, ma al massimo su cosa non fare, così non può esserci una piccola e temporanea meteora  di politico o religioso che impone, a suo uso e consumo ed a spese della comunità, il buonismo ad ogni costo; può solo esigere la non reità.

Ad onor del vero in aiuto dei nostri politici accorre la nostra Costituzione (cui loro attingono con piacere), la quale sancisce l’obbligo della solidarietà, di cui su quella tributaria se ne fa cenno all’articolo POLITICA del presente testo. Sull’argomento ho tratto un sunto che riporto: Dato il suo carattere pervasivo, il principio di solidarietà non si esaurisce nelle sole previsioni costituzionali relative ai doveri inderogabili ma in una serie aperta di istituti giuridici . Un’autorevole dottrina ha distinto tra una solidarietà «doverosa» (o «fraterna») e una «pubblica» (o «paternalista»). La prima opererebbe su un piano orizzontale e si tradurrebbe in «un moto doveroso e cooperante da parte dei cittadini nell’adempimento delle loro varie solidarietà. La solidarietà pubblica o paternalistica, invece, opererebbe nell’ambito del rapporto tra Stato e cittadini e imporrebbe l’attuazione del principio di eguaglianza sostanziale . Prendendo in considerazione entrambe le prospettive, pertanto, doveri inderogabili, diritti sociali, interventi volti a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana costituiscono tutte forme di espressione del medesimo principio solidarista.

Da quanto letto si desume che gli ideatori della Costituzione abbiano proprio voluto rendere doverosa la solidarietà per il perseguimento di un nobilissimo fine che è intuibile. Osservo qui, così come considerato in merito alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che dalla approvazione di entrambi i superiori provvedimenti, naturale conseguenza delle ultime guerre, sono trascorsi quasi settanta anni e parrebbe opportuno, se non indispensabile, apporre alle norme citate degli adeguati aggiornamenti. Una seconda osservazione è che  l’interpretazione che ne danno i politici è eufemisticamente definibile allegra e originale: tutte le volte che gli stessi intravedono uscite, non previste nei bilanci statali (ma previste dagli Stati seri, compreso le spese dovute agli eventi naturali ad esempio) queste vengono automaticamente caricate su chi è già abbondantemente massacrato dalle tasse.

Cioè lo Stato pretende il rispetto della Costituzione quando si tratta di doveri dei cittadini, ma lo dimentica  quando si tratta di diritti dei cittadini. La Carta all’art.4 sancisce il diritto al lavoro di ogni cittadino, con ciò intendendo non già l’obbligo dello Stato di assegnare un lavoro pubblico a ciascun suo cittadino, cosa pensabile solo in uno stato comunista, ma certamente il suo superiore intervento al fine di rimuovere gli ostacoli e promuovere le condizioni che consentano a chiunque di poter entrare nel mercato del lavoro. Lo Stato, come è noto invece, nel campo delle agevolazioni alle nuove iniziative continua a brillare per l’assenza , mentre con la sua fame impositiva fa di tutto per intralciare l’eccellente imprenditoria privata nazionale. Però la solidarietà la pretende! Così come la facoltà di mantenere in eterno spese ingentissime per mantenere il proprio apparato burocratico e non! La conseguenza inevitabile è che qualsiasi spesa, vecchia e nuova, va a ricadere sui soliti noti.

Ancora una volta è bene evidenziare che il buonismo, inteso come sentimento di bontà, così come ogni altro sentimento come l’amore, l’amicizia ecc. e non solo, non possono essere obbligati, perché i sentimenti (provenienza del termine da “sentire”) sono assolutamente naturali e quindi è utopistico imporli. L’imposizione politica dell’accoglienza, in quanto sentimento, non ha quindi senso, anzi rappresenta una vergogna. Ma non per lo Stato o, per essere più esatti, per quei politici che governano! E una spiegazione c’è, e ci sarà sempre tutte le volte che  c’è di mezzo lui: il dio denaro (degli altri) estorto facendo leva sui sentimenti del buonismo, dell’accoglienza, dell’uguaglianza, così edulcorando il furto. Il governicchio di turno imporrebbe anche altri sentimenti se solo  potesse lucrarci a qualsiasi livello!

Dopo avere palesemente dimostrato di non possedere medesimi ideali e nobiltà dei nostri padri costituenti, ribadisco di essere anzi decisamente convinto ed orgoglioso del mio pragmatismo, che mi regala la ragione tutte le volte (tante) che la pratica si scontra con la teoria. Gli esempi più eclatanti è facile rinvenirli nelle leggi, scritte a tavolino, o figlie di isterie emozionali temporanee o frutto di esasperanti ed indecorosi compromessi tra diversi gruppi politici o tra i medesimi colleghi dell’esecutivo, con la conseguenza di dare spesso adito a  sentenze di giudici tanto fantasiose quanto  inique.

SINOSSI

SINOSSI

Prima di congedarci ho ritenuto utile riassumere le considerazioni principali sparse all’interno delle  varie voci, considerazioni che essendo frutto di esperienza e buon senso personalmente hanno valore di massime. Spero meritino attenzione da parte di qualche lettore.

Riflessioni

Riflettiamo sempre. Teniamo allenato il nostro cervello non regalandoci troppo spesso risposte scontate neanche dinanzi a situazioni banali.

Sottostimando gli altri automaticamente ed inconsciamente sopravvalutiamo noi stessi.

Riflessioni 2

Ad una determinata azione subìta corrisponde sempre una reazione calibrata al contesto, spesso determinata dalla nostra personalità, intelligenza, sensibilità, cultura ecc. Reazione optata dalla mente in relazione ad una gerarchia di scelte squisitamente egoistiche.

Reagire verso chi non è capace di capire le nostre ragioni o non sa riconoscerle non ha senso ed a volte produce effetti controproducenti.

E’ bene riflettere sempre prima di formulare critiche. E’ meglio lasciare agli ignoranti, agli stupidi, ai minus habens la critica facile.

Dna

Appena ha inizio la nostra vita ci ritroviamo già con una dotazione di serie geneticamente determinata(DNA) che comprende: a) le doti interiori – b) la predisposizione alle malattie – c) l’aspetto esteriore – d) la fisicità

Ogni rapporto/relazione può viversi per quattro motivi : piacere, dovere, convenienza, necessità

Egoismo

Siamo tutti egoisti! L’egoismo nasce con l’uomo, è ancestrale così come l’istinto di conservazione o quello per la sopravvivenza. Ogni sentimento: amicizia, amore, odio, rancore, senso protettivo, sentimenti nobili e non : nulla sfugge a questa regola e tutte le volte che ci troveremo apparentemente nella condizione di dover scegliere se amare più noi o gli altri, facciamo attenzione alla risposta.

Esistono tre tipi di egoismo: egoismo 1 o egoismo buono, comunemente detto altruismo, egoismo 2, comunemente detto egoismo, egoismo 3, quello in “dotazione” ai penalmente rei.

Non smettiamo mai di guardarci indietro oltre che avanti.

Nell’arco della sua vita l’uomo è interessato a due cose: il proprio benessere e l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri umani.

Amicizia

L’amicizia è un classico tipo di relazione umana ed in quanto tale è soggetta, ai fini del suo equilibrio e della sua durata, alla regola ferrea del do ut des. Non sono esenti dal rispetto della regola tutti gli altri rapporti umani: commerciali, lavorativi, di conoscenza, di amore, di parentela.

Un semplice modo di verificare un’amicizia agli esordi è l’applicazione del detto: non sono fesso ma faccio il fesso perché facendo il fesso ti faccio fesso.

Bestemmia

La bestemmia è una bestialità. Se comunque questa rilassa, gratifica o accredita presso qualche gruppo, cerchiamo di essere originali intercalando frasi di propria invenzione e non offensive.

Buonismo

Il buonismo è la falsa bontà.  Ogni sentimento umano, soprattutto se apparentemente altruistico, una teoria o un’ideologia politica o religiosa, sono tanto più credibili quanto più rispettosi del prossimo, privi di violenza nei suoi confronti, privi di interesse per i suoi beni.

L’eccesso di indulgenza, sopportazione, accoglienza, tolleranza ecc. è un’iniezione di presunta superiorità che alla bisogna il drogato si auto propina. Per Nietzsche l’altruismo è sovente un modo per “impadronirsi” della personalità dell’altro. Nel nostro amore per il prossimo  vi è celato un impulso verso la proprietà. Quando poi l’altruismo assume la forma della compassione il gioco diventa ancor più pesante.

Il buonismo è come una maschera: l’immagine della “bella persona” da cui non escono critiche ed emozioni negative, che fin da piccoli serve per farsi accettare dagli altri. Salvare l’immagine dell’altro in realtà equivarrebbe a salvare se stessi.

Critica

Un problema è vissuto da ciascuno in base al proprio carattere, alle proprie priorità, alle contingenze, elementi tutti che ne determinano il comportamento. Le variabili in gioco sono così numerose ( scala algometrica, età, contesto, sensibilità, ego, intelligenza, scala delle priorità personali ecc. ) che solo un potente computer ed un evoluto algoritmo ci potrebbero fornire in tempo reale l’ok a fare una qualsiasi critica a qualcuno.

Delusione

Prima di sentirci delusi di qualcuno/qualcosa valutiamo se all’inizio abbiamo sopravvalutato/sottovalutato questo qualcuno/qualcosa.

Dolore

Il dolore è un fenomeno negativo per il fisico di un essere vivente normale. E’ positivo nella misura in cui contribuisce alla formazione psichica di un individuo.

Emozioni

Non soffermarsi mai alle sole apparenze o all’aspetto prima di giudicare qualcuno. Attendere prima che la bellezza/bruttezza, il fascino/repulsione, la simpatia/antipatia del primo incontro siano assimilati e digeriti dal cervello.

Non arrendersi di fronte a situazioni che danno perdenti.

Nessun sentimento, per grande che sia, dà garanzia o certezza di durare.

Famiglia e scuola

I genitori nascono coi figli. Oltre all’educazione di base indispensabile per vivere nella società, il genitore dovrebbe adattare la propria personalità a quella del figlio, dovrebbe rispondere anche penalmente degli errori del figlio minore. I professori dovrebbero insegnare le loro materie professionalmente , senza orientamenti politici o religiosi e dovrebbero insegnare anche le basi per vivere in società.

Guerra e pace

La tecnica di mostrare l’altra guancia è meravigliosa, ma vale solo nei rapporti umani, non tra uomo e bestia.

La migliore vendetta è: il perdono verso gli incapaci di intendere e volere e verso chi non capisce di far male e si scusa;   l’indifferenza verso chi non capisce di far male e non si scusa;  la vendetta , intesa anche come semplice lezione di vita, verso chi capisce di far male e non si pente

Intelligenza

Non si condanni chi ha avuto la sfortuna di una intelligenza inferiore. Piuttosto si deve trovare la forza di relazionarsi con lui alla stessa stregua di come non può non fare il medico con il paziente, il sano con il demente, il sensibile con l’insensibile, il ricco con il povero.

Non  confondere intelligenza con sensibilità ed egoismo. Una persona molto intelligente può essere insensibile, egoista, presuntuosa.

In una ipotetica competizione, il super intelligente l’avrebbe vinta sull’intelligente, il super stupido sullo stupido.

Invidia

Dobbiamo essere fieri di non essere invidiosi. Le rare volte che dovesse accadere l’oggetto non sia il denaro, la notorietà, l’esteriorità, ma doti come bontà, pazienza, intelligenza, forza interiore, coraggio. L’invidia sia concessa insomma nella misura in cui sia di stimolo al miglioramento e ci faccia progredire.

Piccolezze umane

Le piccolezze umane non appartengono mai ai Grandi uomini. L’intelligenza, la cultura e le altre qualità positive non appartengono sempre ai Grandi uomini.

Il Grande uomo è grande di suo: non acquista grandezza svilendo il suo avversario o nemico, tantomeno l’amico, né in pubblico né in privato – non teme il giudizio altrui nel riconoscere i propri errori – soprattutto se è un personaggio (statisti, papi, illustri in specifici campi, vip) non si esprime su concetti rilevanti in modo da influire sull’opinione pubblica .

Politica

Prima di valutare la credibilità di una teoria o di un’idea, verificare che questa non predichi la violenza e l’odio, non limiti il diritto delle opinioni diverse, non leda gli interessi degli altri.

La diseguaglianza tributaria  posta in essere dai governi non può che essere ricercata nel tentativo di quietare chi ricco non è (o non si sente tale) e quindi finalizzata, da una parte, a stemperare le diseguaglianze sociali e patrimoniali, dall’altra a soddisfare il complesso di inferiorità che purtroppo imprigiona tutti quelli che pongono al primo posto assoluto il denaro.

Un politico deve farsi valere per quello che è e per quello che fa, non deve valere perché non meritano, o cerca di dimostrare che, non meritino gli altri. Se poi il suo operato è volto al miglioramento generale della sua gente e non ai fini squisitamente elettorali, ha serie probabilità di diventare statista.

Positivo e negativo

Nel confronto/scontro con stupidi, ignoranti, inesperti, egoisti ecc. non si otterrà mai soddisfazione: si avrà sempre torto e non si potrà insegnare niente. Ogni cedimento, ogni resa, che avvenga per opportunismo od opportunità, è comunque, come qualsiasi atto umano, egoistico.

Un fatto negativo fa più male del bene prodotto da un fatto positivo; una goccia di veleno può contaminare una vasca di acqua pura, non vale il contrario.

Problemi

Così come i dolori fisici o psichici, ognuno ha una diversa percezione del problema, in relazione al proprio grado di sensibilità e di egoismo, all’età. Il problema assoluto non esiste ed ognuno, che conosce il “peso” del suo problema, non può conoscere “il peso” del problema altrui, quindi avrebbe l’obbligo di non imporre il proprio agli altri e di non sottovalutare e di comprendere quello altrui.

A chi è così affezionato ai propri problemi da non volerli rimuovere, suggerisco di aggiungerne uno: Quello di migliorarsi e di toglierne uno : Quello dell’apparire.

Rispetto

Il rispetto è un valore assoluto, fondamentale, è linfa vitale per il vivere civile. Rispetto vuol dire riconoscimento del prossimo, del suo essere, dei suoi diritti e dei suoi meriti. Ognuno è o agisce perché gli sta bene così. Quindi, se pretendiamo di essere rispettati, dobbiamo rispettare. In virtù di questo supremo principio, NESSUNO deve nuocere a NESSUNO.

Il rispetto è sentito da una persona in modo direttamente proporzionale al suo livello socioculturale, al suo grado di religiosità ed al suo livello di egoismo. Quanto più si scende di livello tanto più il concetto assume una connotazione particolare, identificandosi con l’essere dell’individuo.

Sesso

1)L’ho cercato disperatamente ma non l’ho trovato; ho chiesto in giro, medesima risposta: né visto né incontrato neanche per caso. Parlo del punto G

2)La masturbazione, per scelta, non ha limiti di età e soddisfa molto più persone di quanto si immagini. Il motivo è più o meno plausibile: la difficoltà a trovare chi soddisfi il soggetto nei tempi e nei modi che desidera

3)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che solo e sempre le donne necessitino di coinvolgimento emotivo per il pieno soddisfacimento sessuale. Tanti uomini, sensibili, non hanno vergogna a svelare la medesima esigenza

4)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che solo e sempre le donne necessitino di “riscaldamento” preventivo. Tanti uomini, anche giovani, hanno confessato che spesso, se non adeguatamente sollecitati, non rispondono

5)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che la donna rappresenti il sesso debole. E’ esattamente l’opposto!

6)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che le dimensioni maschili facciano la differenza

7)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che le donne sono la rovina degli uomini. E’ esattamente l’opposto.

8)La grandissima maggioranza delle donne disconosce le proprie potenzialità intrinseche

9)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che non esistono donne anorgasmiche

10) E’ solo un luogo comune credere che non si possano amare più persone contemporaneamente

Invito ad indagare sulla ginnastica di Kegel.

Sofferenza

Quanto più si soffre tanto più si apprezza la vita e si ridimensionano i problemi.

                                                                               ———

Se qualcuno mi chiede se sono pienamente convinto di ciò che ho espresso, rispondo: infallantemente.

Se qualcuno mi invita garbatamente a valutare  altri aspetti e punti di vista, annuisco con la stessa convinzione del politico corrotto che ha deciso di diventare onesto.

Se qualcuno avanza dubbi sulla centralità dell’egoismo in relazione a quanto esposto, lo rispetto come principio ma poi lo invito  cordialmente a continuare a guardare i cartoni animati.