Lemmi

DELUSIONE

Delusione

Taleoma(Flickr)

In generale la delusione è quello stato d’animo che si vive perché una situazione non si è verificata come ci si aspettava o una persona non si è svelata come si credeva. Ma la nostra mente aveva programmato con correttezza i parametri di partenza? Ciò che si intende dire è che occorre rivedere nei dettagli tutto l’insieme di considerazioni e comportamenti prima di sentirsi delusi, spesso infatti siamo noi stessi ad avere inizialmente sopravvalutato o sottostimato qualcuno o qualcosa. Se rifletto serenamente su alcuni momenti di vita vissuta, catalogati nell’album delle delusioni o amarezze (si fa per dire), e li andassi a scandagliare uno per uno, probabilmente l’album si svuoterebbe per una buona metà, una volta individuati  obbiettivamente (cosa notoriamente non da tutti) gli errori di valutazione da me commessi al principio. Quanti  errori  evitabili !

DIGNITA’

Dignità

Ciocci(Flickr)

Non è insolito imbattersi in persone con un’idea distorta, o quantomeno vaga del termine. Dignità potrebbe definirsi come lo stato d’animo che si ha circa il valore interiore, componente morale compresa, che ciascuno si autoassegna; trattandosi di autovalutazione, per il primo principio, ne consegue che il più delle volte essa è sovrastimata. Ha grande dignità chi, ricco e rispettato, perde ogni bene ed è costretto a rimboccarsi le maniche, che fa i mestieri più umili pur di guadagnarsi da vivere per la sua famiglia e per se stesso; chi, ha rilevanza pubblica e, a fronte di sue evidenti o solo sospette responsabilità, ritiene di dare le dimissioni; chi affronta la morte a viso aperto, da eroe. Non ne ha al contrario, colui che nelle medesime condizioni ritiene di perdere la faccia di fronte ad amici e parenti facendo lavori modesti; chi, pur di non perdere la poltrona, non ci pensa nemmeno a dimettersi; chi agisce alla don Abbondio per cui se uno il coraggio non ce l’ha, mica se lo può dare.

Ad ognuno il suo egoismo.

DOLORE

Dolore

Flickr

Come considerare il dolore? Cediamo all’ovvietà se affermiamo che è sensazione perlomeno fastidiosa, inopportuna, inutile, odiosa; siamo matti se diciamo che è utile, necessaria, piacevole. Accettiamo di essere ovvi e matti e spieghiamo perché. Il dolore è percepito da ognuno in modo assolutamente personale. Può essere occasionale, cronico, periodico, stazionario, variabile.

Per quanto attiene alla percezione esistono diverse scale, denominate algometriche, la più nota delle quali è quella lineare che va da 1 a 10. Ognuna ha i suoi pregi e difetti e personalmente le ritengo  solo indicative; il metodo più affidabile sarebbe quello di disporre di uno strumento affidabile come il classico misuratore della temperatura, che indicasse il dolore percepito e non già quello riferito dal paziente.  Cosa impossibile visto che il dolore, come la gioia e tutti i sentimenti e le sensazioni sono assolutamente individuali dipendendo da una moltitudine di fattori personali. Ciò che si vuole dire è che occorre avere grande comprensione per riuscire a considerare con parità la sofferenza di un bimbo per la perdita di un animale o del giocattolo preferito, quella manifestata da un adulto per la morte di un genitore, per l’abbandono del suo amore, per la amputazione di un arto, o al limite per i danni all’autovettura personale.

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EMOZIONI

Emozioni

Marco Musso(Flickr)

Il mondo emotivo è un caleidoscopio con così tante variegate sfumature da indurre stati d’animo  squisitamente soggettivi: sarebbe arduo solo tentare di farne un elenco. Mi limiterò perciò a narrare quegli episodi autobiografici interessanti prevalentemente aspetti sentimentali e/o sessuali: tutti ovviamente legati all’egoismo e ritenuti meritevoli di menzione non solo per avere fatto scattare emozioni personali,  ma anche perché alcuni presentano aspetti umoristici, altri perché di auspicabile utilità.

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FAMIGLIA E SCUOLA

famiglia

Famiglia tipo

Dalla lettura dell’art. 34 della Costituzione traspare chiaramente la concezione dell’istruzione come servizio pubblico essenziale per assicurare il pieno sviluppo delle persone, ciò che viene ulteriormente ribadito dall’art.26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani laddove si dice che ogni individuo ha diritto all’istruzione e che l’istruzione elementare deve essere obbligatoria (8 anni). Senza entrare nel merito a chi vadano attribuite le competenze e governance (Stato, Regioni, Enti Locali, Istituti Privati), si è dell’opinione che il processo educativo della scuola, come finora concepito, vada rimodulato e ripensato per superare l’attuale limite della semplice istruzione generale, anche in considerazione dell’escalation di violenze, di pericoli in generale, di turbamenti, innescati principalmente dalle droghe, che più facilmente possono colpire la parte più fragile della società: i nostri figli.

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