VITA

A night picture shows the "Tree of Life," a 35-meter high installation, at the site of the Universal Exhibition 2015 (Expo Milano 2015 or World Exposition 2015) in Milan on May 11, 2015. The exhibition will run from May 1st, 2015 to October 31, 2015 on the theme Feeding the Planet, Energy for Life. The fair focuses on food security, sustainable agricultural practices, nutrition and battling hunger - as well as on dishing out the best fare of the world's culinary cultures. Cooking shows, restaurants, and food stalls will be designed to attract visitors in Italy's financial capital. AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)

La vita  è il bene più prezioso che ci sia. L’assunto sembra universalmente  riconosciuto, sembra. In realtà riflettendoci un po’ ci scontriamo con evidenze storiche sconvolgenti e, purtroppo, con un presente teoricamente più evoluto e civilizzato ma contraddittorio. E’ fin troppo facile convincerci del contrario mediante la semplice elencazione, seppure succinta, di eccidi e  nefandezze compiuti ieri ed oggi; soffermiamoci invece ad osservare più attentamente situazioni più banali e ricorrenti, perciò sfuggenti, alcune delle quali riportate negli articoli “cervello” e “politica”.

Della questione migranti si parla in “buonismo” e “politica”, qui ci limitiamo a sottolineare la indiretta responsabilità delle nazioni interessate, non tanto per la bassa politica sui respingimenti, quanto per la manifesta incapacità di bloccare o quantomeno ridurre a monte l’esodo di questa marea umana, causa principale di migliaia di perdite umane. Appare chiaro come non ci sia stata identità di vedute dei vari stati, così come sia mancata una politica avveduta sulle modalità di elargizione dei fondi per i paesi più poveri o contro le droghe ecc., ma la corresponsabilità rimane, è stato solo minimizzato il senso di colpa avendolo ripartito su tanti.

D’altra parte sono ben altri i rilievi da muovere nei confronti delle classi dirigenti e delle istituzioni europee: la sola moneta unica non è stata certo sufficiente a superare le divisioni storiche dell’Europa nè tantomeno a contribuire alla costruzione della grande federazione ipotizzata. Tristi constatazioni ormai esternate dai più convinti europeisti!

Ritornando al valore della vita, per la parte strettamente connessa al suo rapporto con il tempo, non si smetterà mai di rammentare che la vita non è costituita da stralci di tempo che si accumulano e man mano si gettano alle spalle come roba vecchia e inservibile. Se ciascuno riflettesse e prendesse consapevolezza del fatto che ogni attimo della propria vita è prezioso, perché può essere l’ultimo oppure determinante per se o per altri oppure unico nel luogo che si sta vivendo per l’opportunità che sta offrendo, forse si cambierebbe atteggiamento e si tenderebbe ad approcciarsi a persone e cose diversamente!

E poi conviene sottovalutare i rimorsi, ovvero tutte quelle cose che subito dopo o molto più tardi ci pentiamo di avere detto o fatto o i rimpianti, cioè tutte le cose che al contrario rimpiangiamo di non avere detto o  fatto? Sia che  siano state o meno coinvolte terze persone rimorsi e rimpianti possono lasciare segni indelebili in positivo o in negativo nella nostra vita! Solo chi è in giovane età può permettersi di sconoscerne il significato. Termino con una personale, banale citazione.

La vita è l’operazione più semplice.

La vita è una somma di giorni .

Dei giorni gioiosi, di quelli penosi, di quelli perduti, di quelli:

-in cui si è padroni del mondo o quando ci si chiede tanti perché

-di cui si firmerebbe il quadro o che si rilegherebbe tra la serie degli incubi

-di quelli da augurare al miglior amico o quelli da restituire al peggior nemico

-nei quali si è eccelsi per protagonismo o nei quali si è sopraffatti dalla inutilità

La vita è una somma di ricordi.

Di quelli da scolpire, di quelli da cancellare, di quelli:

-del primo amore, dell’ultimo, del più grande, dell’unico

-della prima amicizia,  dell’ultima, della più grande, dell’unica

-del primo dolore, dell’ultimo, del più grande, dell’unico

-della prima esperienza, dell’ultima, della più entusiasmante, della più deprimente

-delle cose regalate e di quelle ricevute

-dei rimpianti e dei rimorsi

-degli orgogli e delle vergogne, dei successi e dei fallimenti,  dell’eroismo e della codardia, della fratellanza e dell’invidia, delle comprensioni e delle vendette, della gioia e dell’odio, dell’armonia e del rancore

La vita è  sommo regalo per i sui buoni interpreti e dal destino benevolo, una dannazione per gli altri.

SINOSSI

SINOSSI

Prima di congedarci ho ritenuto utile riassumere le considerazioni principali sparse all’interno delle  varie voci, considerazioni che essendo frutto di esperienza e buon senso personalmente hanno valore di massime. Spero meritino attenzione da parte di qualche lettore.

Riflessioni

Riflettiamo sempre. Teniamo allenato il nostro cervello non regalandoci troppo spesso risposte scontate neanche dinanzi a situazioni banali.

Sottostimando gli altri automaticamente ed inconsciamente sopravvalutiamo noi stessi.

Riflessioni 2

Ad una determinata azione subìta corrisponde sempre una reazione calibrata al contesto, spesso determinata dalla nostra personalità, intelligenza, sensibilità, cultura ecc. Reazione optata dalla mente in relazione ad una gerarchia di scelte squisitamente egoistiche.

Reagire verso chi non è capace di capire le nostre ragioni o non sa riconoscerle non ha senso ed a volte produce effetti controproducenti.

E’ bene riflettere sempre prima di formulare critiche. E’ meglio lasciare agli ignoranti, agli stupidi, ai minus habens la critica facile.

Dna

Appena ha inizio la nostra vita ci ritroviamo già con una dotazione di serie geneticamente determinata(DNA) che comprende: a) le doti interiori – b) la predisposizione alle malattie – c) l’aspetto esteriore – d) la fisicità

Ogni rapporto/relazione può viversi per quattro motivi : piacere, dovere, convenienza, necessità

Egoismo

Siamo tutti egoisti! L’egoismo nasce con l’uomo, è ancestrale così come l’istinto di conservazione o quello per la sopravvivenza. Ogni sentimento: amicizia, amore, odio, rancore, senso protettivo, sentimenti nobili e non : nulla sfugge a questa regola e tutte le volte che ci troveremo apparentemente nella condizione di dover scegliere se amare più noi o gli altri, facciamo attenzione alla risposta.

Esistono tre tipi di egoismo: egoismo 1 o egoismo buono, comunemente detto altruismo, egoismo 2, comunemente detto egoismo, egoismo 3, quello in “dotazione” ai penalmente rei.

Non smettiamo mai di guardarci indietro oltre che avanti.

Nell’arco della sua vita l’uomo è interessato a due cose: il proprio benessere e l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri umani.

Amicizia

L’amicizia è un classico tipo di relazione umana ed in quanto tale è soggetta, ai fini del suo equilibrio e della sua durata, alla regola ferrea del do ut des. Non sono esenti dal rispetto della regola tutti gli altri rapporti umani: commerciali, lavorativi, di conoscenza, di amore, di parentela.

Un semplice modo di verificare un’amicizia agli esordi è l’applicazione del detto: non sono fesso ma faccio il fesso perché facendo il fesso ti faccio fesso.

Bestemmia

La bestemmia è una bestialità. Se comunque questa rilassa, gratifica o accredita presso qualche gruppo, cerchiamo di essere originali intercalando frasi di propria invenzione e non offensive.

Buonismo

Il buonismo è la falsa bontà.  Ogni sentimento umano, soprattutto se apparentemente altruistico, una teoria o un’ideologia politica o religiosa, sono tanto più credibili quanto più rispettosi del prossimo, privi di violenza nei suoi confronti, privi di interesse per i suoi beni.

L’eccesso di indulgenza, sopportazione, accoglienza, tolleranza ecc. è un’iniezione di presunta superiorità che alla bisogna il drogato si auto propina. Per Nietzsche l’altruismo è sovente un modo per “impadronirsi” della personalità dell’altro. Nel nostro amore per il prossimo  vi è celato un impulso verso la proprietà. Quando poi l’altruismo assume la forma della compassione il gioco diventa ancor più pesante.

Il buonismo è come una maschera: l’immagine della “bella persona” da cui non escono critiche ed emozioni negative, che fin da piccoli serve per farsi accettare dagli altri. Salvare l’immagine dell’altro in realtà equivarrebbe a salvare se stessi.

Critica

Un problema è vissuto da ciascuno in base al proprio carattere, alle proprie priorità, alle contingenze, elementi tutti che ne determinano il comportamento. Le variabili in gioco sono così numerose ( scala algometrica, età, contesto, sensibilità, ego, intelligenza, scala delle priorità personali ecc. ) che solo un potente computer ed un evoluto algoritmo ci potrebbero fornire in tempo reale l’ok a fare una qualsiasi critica a qualcuno.

Delusione

Prima di sentirci delusi di qualcuno/qualcosa valutiamo se all’inizio abbiamo sopravvalutato/sottovalutato questo qualcuno/qualcosa.

Dolore

Il dolore è un fenomeno negativo per il fisico di un essere vivente normale. E’ positivo nella misura in cui contribuisce alla formazione psichica di un individuo.

Emozioni

Non soffermarsi mai alle sole apparenze o all’aspetto prima di giudicare qualcuno. Attendere prima che la bellezza/bruttezza, il fascino/repulsione, la simpatia/antipatia del primo incontro siano assimilati e digeriti dal cervello.

Non arrendersi di fronte a situazioni che danno perdenti.

Nessun sentimento, per grande che sia, dà garanzia o certezza di durare.

Famiglia e scuola

I genitori nascono coi figli. Oltre all’educazione di base indispensabile per vivere nella società, il genitore dovrebbe adattare la propria personalità a quella del figlio, dovrebbe rispondere anche penalmente degli errori del figlio minore. I professori dovrebbero insegnare le loro materie professionalmente , senza orientamenti politici o religiosi e dovrebbero insegnare anche le basi per vivere in società.

Guerra e pace

La tecnica di mostrare l’altra guancia è meravigliosa, ma vale solo nei rapporti umani, non tra uomo e bestia.

La migliore vendetta è: il perdono verso gli incapaci di intendere e volere e verso chi non capisce di far male e si scusa;   l’indifferenza verso chi non capisce di far male e non si scusa;  la vendetta , intesa anche come semplice lezione di vita, verso chi capisce di far male e non si pente

Intelligenza

Non si condanni chi ha avuto la sfortuna di una intelligenza inferiore. Piuttosto si deve trovare la forza di relazionarsi con lui alla stessa stregua di come non può non fare il medico con il paziente, il sano con il demente, il sensibile con l’insensibile, il ricco con il povero.

Non  confondere intelligenza con sensibilità ed egoismo. Una persona molto intelligente può essere insensibile, egoista, presuntuosa.

In una ipotetica competizione, il super intelligente l’avrebbe vinta sull’intelligente, il super stupido sullo stupido.

Invidia

Dobbiamo essere fieri di non essere invidiosi. Le rare volte che dovesse accadere l’oggetto non sia il denaro, la notorietà, l’esteriorità, ma doti come bontà, pazienza, intelligenza, forza interiore, coraggio. L’invidia sia concessa insomma nella misura in cui sia di stimolo al miglioramento e ci faccia progredire.

Piccolezze umane

Le piccolezze umane non appartengono mai ai Grandi uomini. L’intelligenza, la cultura e le altre qualità positive non appartengono sempre ai Grandi uomini.

Il Grande uomo è grande di suo: non acquista grandezza svilendo il suo avversario o nemico, tantomeno l’amico, né in pubblico né in privato – non teme il giudizio altrui nel riconoscere i propri errori – soprattutto se è un personaggio (statisti, papi, illustri in specifici campi, vip) non si esprime su concetti rilevanti in modo da influire sull’opinione pubblica .

Politica

Prima di valutare la credibilità di una teoria o di un’idea, verificare che questa non predichi la violenza e l’odio, non limiti il diritto delle opinioni diverse, non leda gli interessi degli altri.

La diseguaglianza tributaria  posta in essere dai governi non può che essere ricercata nel tentativo di quietare chi ricco non è (o non si sente tale) e quindi finalizzata, da una parte, a stemperare le diseguaglianze sociali e patrimoniali, dall’altra a soddisfare il complesso di inferiorità che purtroppo imprigiona tutti quelli che pongono al primo posto assoluto il denaro.

Un politico deve farsi valere per quello che è e per quello che fa, non deve valere perché non meritano, o cerca di dimostrare che, non meritino gli altri. Se poi il suo operato è volto al miglioramento generale della sua gente e non ai fini squisitamente elettorali, ha serie probabilità di diventare statista.

Positivo e negativo

Nel confronto/scontro con stupidi, ignoranti, inesperti, egoisti ecc. non si otterrà mai soddisfazione: si avrà sempre torto e non si potrà insegnare niente. Ogni cedimento, ogni resa, che avvenga per opportunismo od opportunità, è comunque, come qualsiasi atto umano, egoistico.

Un fatto negativo fa più male del bene prodotto da un fatto positivo; una goccia di veleno può contaminare una vasca di acqua pura, non vale il contrario.

Problemi

Così come i dolori fisici o psichici, ognuno ha una diversa percezione del problema, in relazione al proprio grado di sensibilità e di egoismo, all’età. Il problema assoluto non esiste ed ognuno, che conosce il “peso” del suo problema, non può conoscere “il peso” del problema altrui, quindi avrebbe l’obbligo di non imporre il proprio agli altri e di non sottovalutare e di comprendere quello altrui.

A chi è così affezionato ai propri problemi da non volerli rimuovere, suggerisco di aggiungerne uno: Quello di migliorarsi e di toglierne uno : Quello dell’apparire.

Rispetto

Il rispetto è un valore assoluto, fondamentale, è linfa vitale per il vivere civile. Rispetto vuol dire riconoscimento del prossimo, del suo essere, dei suoi diritti e dei suoi meriti. Ognuno è o agisce perché gli sta bene così. Quindi, se pretendiamo di essere rispettati, dobbiamo rispettare. In virtù di questo supremo principio, NESSUNO deve nuocere a NESSUNO.

Il rispetto è sentito da una persona in modo direttamente proporzionale al suo livello socioculturale, al suo grado di religiosità ed al suo livello di egoismo. Quanto più si scende di livello tanto più il concetto assume una connotazione particolare, identificandosi con l’essere dell’individuo.

Sesso

1)L’ho cercato disperatamente ma non l’ho trovato; ho chiesto in giro, medesima risposta: né visto né incontrato neanche per caso. Parlo del punto G

2)La masturbazione, per scelta, non ha limiti di età e soddisfa molto più persone di quanto si immagini. Il motivo è più o meno plausibile: la difficoltà a trovare chi soddisfi il soggetto nei tempi e nei modi che desidera

3)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che solo e sempre le donne necessitino di coinvolgimento emotivo per il pieno soddisfacimento sessuale. Tanti uomini, sensibili, non hanno vergogna a svelare la medesima esigenza

4)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che solo e sempre le donne necessitino di “riscaldamento” preventivo. Tanti uomini, anche giovani, hanno confessato che spesso, se non adeguatamente sollecitati, non rispondono

5)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che la donna rappresenti il sesso debole. E’ esattamente l’opposto!

6)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che le dimensioni maschili facciano la differenza

7)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che le donne sono la rovina degli uomini. E’ esattamente l’opposto.

8)La grandissima maggioranza delle donne disconosce le proprie potenzialità intrinseche

9)E’ solo un luogo comune il vecchio assunto che non esistono donne anorgasmiche

10) E’ solo un luogo comune credere che non si possano amare più persone contemporaneamente

Invito ad indagare sulla ginnastica di Kegel.

Sofferenza

Quanto più si soffre tanto più si apprezza la vita e si ridimensionano i problemi.

                                                                               ———

Se qualcuno mi chiede se sono pienamente convinto di ciò che ho espresso, rispondo: infallantemente.

Se qualcuno mi invita garbatamente a valutare  altri aspetti e punti di vista, annuisco con la stessa convinzione del politico corrotto che ha deciso di diventare onesto.

Se qualcuno avanza dubbi sulla centralità dell’egoismo in relazione a quanto esposto, lo rispetto come principio ma poi lo invito  cordialmente a continuare a guardare i cartoni animati.

VARIETA’

In questo capitolo-minestrone   ho raccolto qualche aforisma, news, utilità,amenità e chicche.

Gli aforismi riportati sono personali. Se qualcuno ne intravedesse la somiglianza con altri di sua conoscenza sarei grato che lo segnalasse.

Le news riportano informazioni tratte da quotidiani e periodici ritenute interessanti.

Le utilità potrebbero attrarre attenzione.

Le amenità sono estemporaneità molto …fantasiose, frutto di pensieri colti al volo,  inserite per sorridere un pò. Immagino prodotte da quella zona “cuscinetto” del cervello deputata ad addolcire le piccole amarezze quotidiane.

Le chicche riportano notizie che hanno smosso anche chi ormai non si stupisce più di niente. Hanno meritato il diritto di apparire tutte quelle che hanno imbarazzato per la scelta se piangere o ridere. Il capitolo va da se che sia in costante aggiornamento.

Tutti gli argomenti possono non avere riferimento diretto con l’argomento principale del blog.

aforismi

aforisma

Gli aforismi riportati sono personali. Se qualcuno ne intravedesse la somiglianza con altri di sua conoscenza sarei grato che lo segnalasse.

1 )Un’ideologia è tanto più credibile quanto più  è rispettosa dell’uomo, priva  di obblighi e limitazioni nei suoi confronti e di interesse per i suoi beni

2) Nella vita più fai lo stupido più conosci il prossimo

3) Nel mondo dei numeri esistono i multipli e i sottomultipli – Nel mondo della produzione esistono i pezzi fatti a mano, quelli di serie da catena di montaggio e quelli sottodimensionati purtroppo non riciclabili – Anche nel mondo umano

4) Convincere stupidi ed ignoranti richiede doti di magia per attribuire loro  capacità di cui non dispongono

5) Più cultura è più consapevolezza di non sapere tanto -Meno cultura è più presunzione di sapere tanto. Più intelligenza è più consapevolezza di non capire tutto -Meno intelligenza è più presunzione di capire tutto

6) Meglio stupidi e sinceri che finti e falsi

7)(Corteggiamento) In futuro mi piacerebbe essere presente nel tuo passato

8) Se in vita tua non hai mai confessato di avere sbagliato, puoi rimediare: resettati; se il problema persiste formattati; se la cosa non si risolve entra delicatamente  nel water, esci il braccino, saluta tutti e tira l’acqua

9)SOS=scopo o scoppio

10) Nelle discussioni l’ultima parola la pretende sempre il più stupido, perciò finisci tu, dai!

11) Nelle discussioni chi è a corto di argomenti ha due strade: l’intelligente silenzio o l’ignorante offesa

12) Perché sprecare il tuo charme?: taci

13) Il no di una vip o di una miss non stupisce nè ferisce, quello di una troia si

14 ) Nella vita, fra i molti treni, assegnati a ciascuno, che ci passano davanti si confondono quelli speciali. Il bravo sa riconoscerli e se li prende al volo, lo stupido no e se la prende con la sfortuna

15) (Corteggiamento) Sei proprio sfortunata: non saprai mai quale delizia sia baciarti

16) La migliore vendetta è: il perdono verso gli incapaci di intendere e di volere;   la comprensione verso chi non capisce di far male e non si scusa;  l’indifferenza verso chi capisce di far male e non si pente

17) La capacità percettiva del nostro e dell’altrui valore è direttamente proporzionale all’esperienza, all’intelligenza ed alla cultura

18) Ci sono due cose infinite: l’universo e l’egoismo umano, ma del primo non sono certo (parafrasata da Einstein)

19) Una goccia di veleno può contaminare mille gocce di acqua pura, una goccia di acqua pura non  può neutralizzare una goccia di veleno

20) La vita è fatta dalle cose che si hanno, da quelle che si vorrebbero e da quelle che non si avranno mai

21) Tra chi ha, chi è e chi crede di essere, forse solo quest’ultimo vince il concorso della felicità

22) I beni conservati nel forziere saranno sempre meno preziosi dei ricordi custoditi nell’archivio delle emozioni

23) Le piccolezze umane non appartengono mai ai Grandi uomini. L’intelligenza, la cultura e le altre qualità positive non appartengono sempre ai Grandi uomini

24) Coraggio è uscire di casa e contagiare gli altri col proprio sorriso. Fortuna è rimanere illesi dai virus negativi. Eroismo è rientrare con lo stesso sorriso

25) Chi è così affezionato ai propri problemi da non volerli rimuovere, ne aggiunga uno: quello di migliorarsi e ne tolga uno : quello dell’apparire

26) E’ divertente beffare chi ha tentato invano di farlo con noi – E’ arduo competere con chi è più intelligente e colto – E’ eroico superare chi è più stupido e ignorante

27) Apprezzare la vita è anche: Ascoltare attentamente- Mangiare lentamente- Parlare scientemente- Respirare profondamente- Ridere gioiosamente

28) Sulla terra vive un essere dotato di due teste. Quando una delle due è pensante l’essere si chiama uomo, diversamente si chiama  aborto

29) La critica più fruttuosa è figlia della buona conoscenza,  della buona fede e del buon senso

30) Per fare grandi cose a volte bastano piccole cose: con un pezzo di pane si può sfamare; con un respiro si può salvare; con un  bacio si può rendere felici

31) Il mondo  è  fatto da chi ha piacere a lavorare: gli egoisti, e da chi ha piacere a delegare: gli altruisti

32) Associare la cultura all’intelligenza è presunzione, associare l’ignoranza consapevole alla stupidità è anche stoltezza

33) E’ più interessante la sfida tra veri stupidi e finti intelligenti che tra veri intelligenti e finti stupidi

34) E’ meglio la vana sovrastima che l’incauta sottostima del prossimo

35) Nei rapporti umani il reciproco rispetto è la sola pretesa da avanzare. E’ ingenua ed illusoria ogni altra richiesta: i nobili sentimenti sono sempre spontanei

36) Aprire le mani in silenziosa solitudine è come aprire il diario di memorie di quanti corpi sfiorati, carezze regalate, persone abbracciate, azioni compiute, opere create

37) Gli uni e gli altri: pensare male degli altri dà diritto di vita agli uni

38) Preferisco chi prima chiede poco e dopo dà tanto a chi prima dà poco e dopo chiede tanto

39) I fautori dell’ipocrita e modaiolo “politicamente corretto” vivono in un loro mondo di perenne illusione per la presunta superiorità nel voler tutelare le minoranze, eliminare le differenze religiose, culturali, etniche, di genere, dimostrando realmente grande piccolezza nel dimenticare le maggioranze

40) Forse la più grande, certamente l’ultima, soddisfazione nella vita è morire regalando un sorriso

41) Passioni, emozioni, entusiasmi che riusciamo a trasmettere anche agli altri rappresentano il mix vincente per una vita esaltante

42) Solo una cosa  accomuna nell’arco della propria esistenza ogni essere vivente, dalle bestie ai geni: l’inconsapevole costante pretesa del rispetto dell’equazione del dare-avere. E’ la diversa interpretazione di ognuno che genera i sentimenti più nobili e ignobili

43) I sensi. Nell’arco della vita l’udito è inestimabile bene nel farci prima scoprire voci e suoni, poi sublimare per la musica e le parole d’amore, infine evitare punture di insetti. La vista è ricchezza unica nel farci prima conoscere chi ci ha dato la vita, poi incantare dalle meraviglie della natura, infine immaginare un mondo migliore. Il tatto è immenso patrimonio nel farci prima stringere il dito del nonno, poi dosare il tocco al resto del mondo, infine palpare sederi immaginari. Il gusto è stupenda risorsa nel farci prima godere il ciuccio, poi esaltare per i baci d’amore ed assaporare il dolce della vita, infine accettare le amarezze della vita. L’olfatto è strumento essenziale nel farci prima inebriare dell’aroma del latte materno, poi apprezzare i profumi della natura, infine sollecitarci a sostituire il pannolone.

44) La migliore strategia per il successo di una iniziativa è semplicemente una preventiva toccatina anti sfiga

45) Al silenzio assordante preferisco il frastuono silente

46) Se esiste un disegno superiore deve esistere un equilibrio universale, anche se la inarrestabile evoluzione umana forse non riuscirà mai a dimostrarlo!

47) Sono il mio migliore amico, l’azionista di maggioranza della mia mente, del mio corpo, della mia vita, perciò mi corteggio spesso

48) Esistono tanti recital quotidiani in cui i protagonisti  se la cantano e se la suonano da soli: non si tratta di musica, nè tanto meno di poesia ma di squinternata dodecafonia

49) Chi non è consapevole delle potenzialità del proprio corpo fa male a se stesso, chi disconosce i limiti del proprio cervello fa male anche agli altri

50) La sensibilità genera spesso ispirazione, intuizione, genialità ma assicura sempre sofferenza

51) L’egoista delega  per interesse o per incapacità , il timido delega per timore, il sensibile  delega per rifiuto del rifiuto

52) Gli automobilisti sistematicamente frettolosi si dividono in tre categorie: i ritardatari (49%), i convinti piloti di formula 1 ( 49%) e gli spasimanti per il lavoro (2%)

53) I frequentatori dei luoghi rumorosi e popolati si dividono in due categorie: i drogati da decibel ed i cercatori di privacy

54) Intelligenza e cultura non hanno nazionalità, stupidità ed ignoranza non hanno frontiere; le prime sono autorizzate alla critica, le seconde non hanno bisogno…si autorizzano da soli

55) Il mondo rinascerà solo quando svaniranno la schiavitù dal denaro e dalle ideologie

56) Il primo passo per conoscere qualcuno è quello di capire l’importanza che dà al denaro degli altri

57) C’è una sola arma che, usata da tutti, consente di vincere tutte le guerre, ma la sua unicità è anche la sua debolezza: la pazienza infatti non è universale

58) Gli uomini possono dividersi in due categorie: quelli aperti detti acuti e quelli chiusi chiamati ottusi. Gli angoli hanno preferito chiamarsi al contrario.

59) Da giovani due sono le cose che non si capiscono: il tempo e le donne. Per fortuna che con l’esperienza si riesce a capire il tempo

60) Meglio essere: arrivati che arrivisti, ritardatari che ritardati, ricercatori che ricercati, addestratori che addestrati, assistenti che assistiti, avvincenti che avvinti, controllori che controllati, disarmanti che disarmati, criticabili che criticati, fallibili che falliti, fischiettanti che fischiati, giustizieri che giustiziati, ignoranti che ignorati, illusi che illusori, imbarazzati che imbarazzanti, imitati che imitatori, eccitanti che eccitatori, obbediti che obbedienti, persuadenti che persuasi, sfamatori che sfamati, sognati che sognatori

61) Rimango costantemente nel dubbio su cosa impressioni di più nell’evoluzione dell’uomo: il suo genio o la sua barbarie

62) E’ meglio avere a che fare con contrappesi vivi che con pesi morti

63) E’ più difficile che si generi incomprensione tra lingue, culture, ideologie diverse che tra egoismi e sensibilità diversi

64) Per essere grandi non servono la prestanza fisica né la ricchezza né il potere, ma la capacità di saper riconoscere i propri errori, di capire i propri limiti, di apprezzare le proprie cose, di stimare le virtù del prossimo, di non sminuire le sue sofferenze

65) Intelligenza e cultura, povere di buon senso, di sensibilità e pure schiave di ideologie, non sono solo sprecate ma anche pericolose come grandi fortune destinate a fini ignobili

66) Schiavisti: povera gente, inconsapevole di essere essa stessa schiava di deficienze psichiatriche, di droghe, di ideologie

67) Noi e gli altri: l’altruista può fare sacrifici per loro, l’egoista per l’oro

68) Il sapiente concorso tra età, esperienza, intelligenza e cultura dà diritto autorevolmente alla critica ed alla dispensa di consigli, diritto autoritariamente arrogatosi dalla moltitudine di stupidi ed ignoranti; ma le stesse qualità non consentono di misurare l’intensità di gioie e dolori degli altri, se non siano stati vissuti personalmente

69) Se non hai mai regalato un fiore, non hai mai pianto, non hai mai aiutato qualcuno, non ti sei mai battuto per un ideale perdi pure le speranze che ciò accada: la sensibilità non si acquisisce

70) Preferisci: l’ateo al falso religioso-il potente umile al comune spocchioso-il nemico rispettoso all’amico scorretto-il rivale leale al parente invidioso-l’antipatico naturale al simpatico artefatto-la sostanza all’apparenza

71) Avrei dovuto regalarti spettacolari tramonti –  Avrei voluto eternarti con note di sublime poesia – Avrei potuto donarti la gemma più preziosa- Ma mi sono stordito, così, immobile, sto solo ad adorarti

72) Gli schiavi sono esseri coscienti ma incolpevoli,  gli schiavisti sono schiavi  incoscienti ma colpevoli

73) Fai oggi il bene che pensavi di fare domani, fai domani il male che pensavi di fare oggi

74) E’ candida illusione ritenere che il binomio intelligenza-cultura sia la comprensione o la soluzione di tutto, è cocente delusione constatarlo

75) Ogni sera è arduo valutare se sono state più le cose  amate di questo mondo o più quelle  odiate

76) E’ da saggi pentirsi di non avere agito bene, è da stolti non avvedersi delle occasioni perse per tacere

77) Generosità, bontà, disponibilità, solidarietà, amore, amicizia, sessualità, coraggio, come tutti i sentimenti, sono naturali, intimi. E’ utopia pretenderne il possesso, pura follia imporli.

78) E’ più facile per l’ignorante perseguire la cultura per conoscere il mondo che per il colto fingersi ignorante per non vedere le incoscienze umane

79) L’ottimista non si chiede mai se e quando la sua fortuna finirà, il pessimista si chiede sempre se e quando la sua sfiga finirà

80) C’è chi realizza sognando e chi sogna realizzando

81) In un mondo di incolpevoli e inconsapevoli stoici emerge da eroe chi considera malattie i crimini, santo chi prima li subisce poi li perdona

82) E’ più facile che l’intelligente invidi per un po’ di furbizia che il furbo per un po’ di intelligenza

83) Il trascorrere del tempo fa inevitabilmente crescere la necessità di dedicarlo alla conoscenza, ma fa tristemente calare la disponibilità per farlo

84) Le doti acquistano valore nella misura in cui vengono riconosciute: una fortuna per i possessori di quelle positive, una sfortuna per gli altri

85) E’ universale e triste constatazione che a molti animali manchi ciò che abbonda purtroppo in molti umani: la capacità di parlare. Solo il perfezionamento del processo evolutivo delle specie porrebbe fine a tale immensa ingiustizia

86) Il soprannaturale aiuta a comprendere miracoli inspiegabili, ma nulla può con quelli compiuti dai politici col denaro pubblico

87) La poliedricità dell’egoismo assume  la sua massima originalità allorquando pretende ipocritamente di imporre la convinzione non già che è bene (di ognuno) non fare del male al prossimo ma che è male (di alcuni) non fare del bene (ad altri)

88) Il colloquio tra intelligenti può essere noioso, quello tra stupidi incomprensibile, quello tra intelligente e stupido inconciliabile, quello tra intelligente che si finge stupido e stupido che si finge intelligente spassosissimo

89) Coloro che vivono di consensi si dividono in due categorie: chi ritiene intelligenti i propri adulatori, fans, clienti, votanti, adepti e chi li ritiene totalmente stupidi

90) Una società basata su bambini senza moine né capricci, su adulti senza certezze, su anziani senza passato sopravvive grazie a dittatori, ad esperti nell’abbindolare il popolo, a pochi testardi ribelli

91) La differenza tra  il linguaggio degli animali e quello degli stolti è che il primo si può imparare in qualche anno, il secondo in qualche vita

92) La genialità e il progresso dell’uomo non stupiscono quanto la sua bestialità e barbarie

93) Le parole meritevoli mai dette sono  gocce nel mare di quelle non meritevoli dette

94) Con riguardo al denaro l’umanità può dividersi in quattro categorie: chi apprezza e rispetta il denaro– chi apprezza solo il proprio – chi apprezza solo quello altrui – chi lo disprezza

95) Con riguardo alle idee l’umanità può dividersi in tre categorie: chi rispetta le idee degli altri e le condivide (gli stupidi)-chi rispetta le idee degli altri ma può non  condividerle (i saggi)- chi  non le rispetta (i presuntuosi)

96) I piccoli hanno paura dell’orco e dolore per la bua, i grandi paura e dolore per la burocrazia

97) Nulla è imprevedibile come il tempo: a volte si dimostra l’amico più fidato, a volte il nemico più spietato

98) Nel suo passaggio terreno è inevitabile che ogni essere umano lasci una traccia: sarà forse indelebile come solco su diamante oppure effimera come orma sulla sabbia, l’importante che non sia maleodorante

99) Dall’età della ragione mi assilla una domanda: Sono più pericolosi i sobri che sragionano come fossero ubriachi o i sobri che ragionano solo quando sono ubriachi?

100) La differenza tra il consulente finanziario ed il politico è che il primo propone il lento, sicuro investimento del tuo denaro, il secondo ne dispone il rapido, nefasto dissolvimento

101) L’atteggiamento di chi pensa, parla ed agisce esclusivamente in relazione al proprio status, considerato erroneamente normalità’, porta spesso alla incomprensione, quando non alla chiusura, nei confronti del prossimo diverso: intelligenti e stupidi, colti ed ignoranti, belli e brutti, alti e nani, grassi e magri, ricchi e poveri, sani ed ammalati, religiosi ed atei, educati e buzzurri, onesti e disonesti, legalitari e non, idealisti e materialisti, sensibili e cinici ecc. L’atteggiamento rimane egoistico finché non assume caratteri di supponenza e superiorità tale da divenire puerile e ridicolo

102) E’ meglio una scatola di cartone vuota utile che tante scatole craniche piene inutili

103) Meglio insofferenti che sofferenti

104) Urlerei di rabbia se non avessi voce, urlerei di gioia se avessi voce

105) C’è chi ha bisogno di qualcuno per avere qualcosa, c’è chi ha bisogno di qualcosa per sembrare qualcuno

106) Il mio antirazzismo necessita di perfezionamento: preferisco sempre animali amabili di qualsiasi razza ad esseri umani spregevoli di qualsiasi razza

107) Se non fossi nato sarei stato un uomo morto. Se non avessi potuto o saputo dare, avere, amare, costruire, rispettare, rinunciare solo a me stesso, sarei stato un morto vivente

108) Hamlet for ever (Il dubbio è perenne)

Meglio non ricevere regali o riceverli inutili, meglio riceverli inutili o riciclati?

Si soffre più a non potere udire la voce di tanti animali o a dovere udire quella di tanti stupidi?

Più giusto salvare l’anziano o il giovane, il giovane o il bambino, l’uomo o la donna?

Più pericolosi quei sobri che sragionano come fossero ubriachi o quei sobri che ragionano solo quando sono ubriachi?

amenità

1960s BUSINESS MAN IN TREE...

1960s BUSINESS MAN IN TREE…

Le amenità, o forse meglio dire vacuità o stramberie, inserite per sorridere un po’, sono estemporaneità piuttosto …fantasiose, frutto di pensieri colti al volo,  forse medicine prodotte da quella zona “cuscinetto” del cervello deputata a smussare le piccole asperità quotidiane.

  1. Liorente Llorente ex sottotenente nullatenente, nonostante fosse veggente aveva sperperato la buonuscita inutilmente, eppure faceva l’impertinente, insomma un fetente. Quando prendeva il sole al torrente ed era di zuccheri carente, correva in casa immantinente e si calava un energizzante, che gli procurava caghetta persistente, che lui, da  buon ex sottotenente, teneva a bada col solito astringente. Llorente Llorente non essere insistente, prestarti soldi è indecente, vatti a purificare prima alla sorgente, pentiti coscientemente, giura solennemente di non spendere più soldi sventatamente ne’ di essere impertinente e poi, se non sarai impaziente, ne parliamo sinceramente. Altra strada ci sarebbe veramente: farti una permanente sul retro ed….offrirlo a tutta la gente, ma a parere mio saresti…dolente ed anche incosciente se non demente. Ascoltami per una volta attentamente: con la tua buona mente non ti sarà difficile trovare un lavoro decente e, non essere titubante, anche una compagna accondiscendente e la vita cambierà improvvisamente, ma se la tua apatìa sarà un deterrente, caro Llorente per te non ci sarà più niente e morirai perdente. Passò il tempo inesorabile e lui ? sempre indolente, decisi allora di fare entrare in scena MariaRosa…casualmente. MRosa è giovane piuttosto formosa forse tortuosa, ma polposa e sinuosa. Purtroppo Llorente si è  così disabituato alla femminil gente che appena gliela presento l’appella” a cosaaa”; “MRosa” lo bloccai subito “questo è LLorente, uno che di belle donne se ne intende e infatti ti si stava presentando dicendo-a bella cosa MRosa , son Llorente tuo fedele servente”. C’ho messo la faccia per tamponare la figuraccia; sarà sufficiente a recuperare Llorente? MRosa, che generalmente è spassosa e radiosa, nell’occasione si stupì nello scoprirsi ansiosa e smaniosa di conoscere il suo nuovo Llorente e di fargli vedere di essere amorosa, risparmiosa e..avventurosa. Tutto sembrava volgere per il meglio invece  dopo giorni mi chiamò Llorente, furente      “quella..cosa..MRosa altro che amorosa e risparmiosa, non solo è barbosa, pallosa, pelosa e permalosa  ma anche rancorosa e dispendiosa, così le ho detto- senti, a cosaaa, hai smesso di fare la smorfiosa, vai a farti una pera voluttuosa”. Mi fece pena, feci ricorso ad ogni mia risorsa. Gli presentai allora contemporaneamente tutte le donne che mi vennero in mente, ma: Adelina gli sembrò cretina, Adriana una gran puttana, Agrippina un pò bassina, Alba… come ‘na babba, Assunta proprio consunta, Berenice una infelice, Brigitta troppo diritta, Brunetta gli ricordava Forza Italia e poi non era perfetta, Carmela magra come una candela, di Costanza ne ebbe subito abbastanza, Clarissa sembrava una madre badessa, Consolata troppo sconsolata, Diletta aveva la faccia da cotoletta, con Elektra prese subito la scossa così scappò di corsa, Eliana? una frana, Fiorenza grande come una credenza, Giovanna? meglio la nanna, Gigliola pericolosa come una tagliola,  Glenda troppo lenta, Larissa purtroppo non era, guardava solo…fissa, Lalla solo curve come una palla,  Luigina troppo bambina, Margherita era svampita, Marisa immobile come  Monna Lisa, Martina? meglio una tartina, Melissa una gran fissa ma troppo prolissa, Miranda stonata come la banda, Natascia una bagascia, Ombretta con una solo enorme tetta, Penelope orribile anche se leggiadra come antilope, Rocca una gnocca ma  strocca, Selene bruciava come acetilene, Teresa era blesa, Umberta era poco aperta, Violante intrigante ma incostante. Sfiduciato Llorente volle farla finita: indossò una collana con una pietra da 30 kg, ma di fronte al mare mentre era pensante fu abbagliato  da una stupenda cometa cadente: era Greta che lo sfiorò come stella filante:  così crollò l’impenitente Llorente.
  2. La blesa allegra Io sono sempve allegva ma oggi è pvopvio una giovnataccia. Ho tve canali come la VAI, ma nel pvimo ho le mie cose abbondanti, nel secondo le emovvoidi ivvitanti, nel tevzo i denti dolovanti. Altvo che: viva la VAI –  viva la VAI!
  3. Fuori di se Quel dì ero così fuori di me che, conoscendomi come le mie tasche, decisi fosse meglio fare mente locale .
    Me le dissi in tutte le salse, me le mandai a dire,  mi dissi pane al pane, mi misi alle strette e strillai come un’aquila, mi parlai dietro le spalle ma fu come parlare al muro, mi presi con le molle, mi presi di petto e mi trattai come una pezza, mi pugnalai pure alla schiena, mi spremetti come un limone, mi tarpai le ali, mi toccai nel vivo, parlai come un libro stampato, parlai a nuora perchè suocera intendesse, presi posizione, presi il do di petto, presi la palla al balzo, ruppi il ghiaccio, saltai di palo in frasca, saltai il fosso, scesi a patti con me stesso, scesi dalle stelle alle stalle, sentii l’antifona e chiamai l’appello, fui sul filo del rasoio, fui teso come un tamburo, spezzai una lancia, storsi il naso e strinsi la cinghia, strizzai il cervello, tessi la tela, tentai di trovare il bandolo della matassa ma trovai l’America, volli la botte piena e la moglie ubriaca, vuotai il sacco, aspettai e sperai, alzai l’ingegno e le chiappe, ammazzai il tempo e la noia, ascoltai tutte le campane, attaccai bottone, battei il ferro mentre era caldo, battei la fiacca così bestemmiai come un turco, bevvi come una spugna ma caddi in disgrazia così mi calai le brache, cazzai la randa e cercai col lanternino, cercai l’ago in un pagliaio… anche per mare e per terra poi mi chiusi a riccio, mi comandai a bacchetta ma contavo come il due di picche.
    Ho sempre pensato che sia meglio andare a fronte alta ed a tutto gas, andare in brodo di giuggiole che con la coda di paglia, andare di corpo che  andare a farsi benedire o a gambe all’aria. Così, (pur tremando come una foglia e sudando freddo, pur sapendo che tra il dire e il fare.., che era facile scivolare sulla buccia di una banana, perdere il lume della ragione e la bussola, prendere lucciole per lanterne, restare senza fiato, abboccare all’amo, affogare nei debiti, battere il ferro mentre era caldo, cadere in disgrazia e calarsi le braghe, dormirci sopra come un ghiro, fare la faccia di bronzo, fare la frittata, fare l’asino nel lenzuolo e l’avvocato del diavolo, fare un buco nell’acqua, farsi il sangue amaro, legarsela al dito e metterlo sulla piaga, darsi la zappa nei piedi, lasciarci le penne, cadere dalla padella alla brace, perdere il filo del discorso e non capire un’acca,  salvare capre e cavoli, sciogliersi come neve al sole, suscitare un vespaio, togliere le castagne dal fuoco), corsi a rotta di collo, saltai di palo in frasca, saltai il fosso,  ma non credetti ai miei occhi per come ero bravo a dare un colpo al cerchio ed una alla botte, così mi diedi delle aree, ma mi diede molto del filo da torcere per dare a Cesare quello che era suo, allora me li diedi così di santa ragione ma così di santa ragione che fui costretto a darmi prima alla macchia e poi all’ippica. Oggi sono ridotto carne ed ossa, mi sento nudo e crudo, mi osservo dalla testa ai piedi, mi metto sotto sopra o controvento, h 24 faccio tira e molla e gioco a testa o croce. Poi mi dico “boh non c’ho capito un’acca!”
  4. Confusion Otto, il polindromico ometto monroviano, viveva ancora nel clangore delle armi quando mi incontrò e, bloccando il mio spontaneo saluto, mi chiese”L’amore è la palingenetica obliterazione dell’io cosciente che si immedesima e si infutura nell’archetipo prototipo dell’antropomorfismo universale o no ?, rispondi sennò impazzisco!” Pensando che fosse intronato come al solito a causa di tutte quelle  bombe, che tempo addietro gli erano esplose  attorno, cercai di prendere tempo e tranquillizzarlo ” Forse, uhm .. certo è che i dioscuri possono subire una metamorfosi prodromica senza tuttavia sovrapporsi al sincretismo perfetto, né specificare se il punto dirimente sia l’obnubilamento sensorio o la disambiguazione prospettica”. Vedendo che mi ascoltava estaticamente a bocca aperta, proseguii senza dargli il tempo di richiuderla “Perché vedi, mentre i satrapi erano misantropi ed i cibernetici erano criptici, né il maccartismo né il manierismo furono capaci di pervenire ad un punto simbiotico, né tanto meno ad un climax semantico onde per cui ogni frattale potesse rimanere pleonastico”. Non avevo terminato che  entusiasticamente urlò: “Minchia ora ho capito tutto, mi hai spalancato un portone! Sei grande” e subito dopo “Ciao chi si vede, come stai?” Come sempre, con semplici ficcanti parole, ero riuscito a neutralizzare con successo il suo temporaneo blackout mentale,  che episodicamente lo disorientava, ed insieme andammo a sorbirci una birra.
  5. Vocals Uao ed Eia non si conoscevano. Erano single e vivevano una vita da single, alternavano quindi momenti social a momenti privati, compresi quelli sex. Oltre alla “a” avevano un’altra cosa in comune: l’amore per gli spot alla tv. Purtroppo quello che era un innocente passatempo, un giorno si trasformò improvvisamente in un incubo. Accadde tutto dopo la reiterata visione di quello spot in cui lei, alludendo, invitava lui dicendo” facciamolo più spesso anche noi” . Come ipnotizzati, avevano cominciato ad applicare il refrain a tante loro operazioni, maggiormente a quelle piacevoli, e così, in breve, si ridussero come scheletri viventi a forza di …sesso solitario. Fortunoso come in un film il loro incontro. All’uscita della scala mobile di un centro commerciale a lei era scivolata via la borsa e lui, casualmente di fronte, si abbassò con inusuale galanteria per porgergliela: si ritrovarono a fissarsi a pochi centimetri da terra. Nessuno dei due offriva nulla di attraente, ma nei loro sguardi percepirono insolite profonde affinità e scoppiarono a ridere. Fu l’inizio di una relazione indefinibile… con l’applicazione del comune refrain al quadrato. E non intendevano svegliarsi dal loro sogno. Buon per loro si dirà, ma, c’era un ma. Entrambi erano così coinvolti che ogni loro rapporto, dalla durata indefinita, era accompagnato da prolungate e articolate urla tarzaniche che, mentre i primi tempi, provocava l’intervento della polizia invocata dai vicini allarmati, in seguito… per disturbo alla quiete pubblica. Risultato? Trasferimento forzato in sito ultra eremitico: una inospitale ed incontaminata collinetta a forma tronco conica, la cui sommità era sovrastata da una superficie piana, dove decisero di edificare una casina a forma esattamente conica. Una goduria programmata nei dettagli. In principio avrebbero soggiornato al piano terra, al termine della loro parabola sessuale avrebbero abitato il minuscolo ultimo piano, rilasciando i piani sottostanti vieppiù crescenti a beneficio di figli e nipoti. La casina fu tirata su in un lampo ed i nostri poterono gioiosamente scatenarsi a tutto tondo. La prima ed ultima gestazione di Eia fu … unica. Aspettava cinque gemelle. Nell’attesa si pose come sempre il problema dei nomi, così Uao ed Eia trascorsero molto tempo a sbizzarrirsi. In prima battuta pensarono ad Achiropitta, Emerenziana, Ifigenia, Oakeysi ed Ulderica, poi però le ritennero un po’ banali ma anche difficili a ricordarsi, così passarono ad Adiosa, Energica, Imperitura, Ognissanti e Ubiqua, ma non ci fu piena condivisione con i genitori: alla fine, dopo numerosissimi tentativi, decisero per i più semplici (a chiamare e ricordare) Ata, Eta, Ita, Ota, Uta. Prima di venire alla luce, le bimbe litigarono non poco per chi dovesse essere la prima, poi si accordarono secondo il rigoroso ordine alfabetico e così, in pochi minuti la stanza del parto fu irradiata da cinque diversi toni di piccole ma acute urla : una meravigliosa mini giungla che coinvolse esaltandolo tutto il nosocomio. Le bimbe erano sane, molto belle ma diversissime tra loro. Ata, la prima a venir fuori, e per ciò con il pollice destro orgogliosamente in su e strafatta di selfie, a prima vista, ancorché avvantaggiata, sembrò abbacchiata, abbattuta, abbuiata, accigliata, addormentata, aggiogata, allampanata, allucinata, amminchialita, annebbiata, avvilita, avvizzita. Solo impressione, perché nel tempo dimostrò ampiamente di essere la più poliedrica del mucchietto: abbronzata, acclamata, acculturata, appassionata, avvocata. Eta sembrò essere ecceduta e comunque fece vedere di essere molto attiva sessualmente, effeminata ed eccitata. Ita all’inizio non si capì se fosse più immusita o più irrequieta invece poi provò senza ombra di dubbio di mantenersi illibata e immacolata. Ota si mostrò immediatamente con i problemini della più debole: prima offuscata, onnubilata, come oppiata, poi ossessionata dalla vista ottuplicata, infatti presto fu obbligata ad essere occhialuta. Uta, appena venuta fuori, forse incazzata per l’attesa, volle far pesare subito il suo status di ultima arrivata superando di un’ottava le altre nelle urla; in seguito, per non sentirla, tutti gliela davano sempre vinta, così risultò la più ubbidita.
  6. A…posteriori Se chiedessero il più naturale accostamento tra il termine gay e anteriore e posteriore oppure tra a priori e a posteriori risponderemmo istintivamente: gay-posteriore o a posteriori. E spesso l’istinto ha ragione. Spiego. Soffrendo di ipertrofia prostatica, fortunatamente, benigna, sono costretto a sottopormi a periodiche visite di controllo. L’ultima fu eseguita da un giovane e bel dottorino forse new entry nel nosocomio territoriale. Speriamo-dissi tra me e me- che disponga di un minimo di esperienza! E devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua manualità e delicatezza inaspettate allorché introdusse il dito medio? nel cu.. per procedere alla rituale ispezione. Ma l’ingrossamento della ghiandola mi fece reagire con un naturale-uhm. Immediatamente, come avesse patito egli stesso il mio doloroso fastidio, il sanitario sfilò il dito, ma ahimè ne introdusse un altro più importante, inevitabilmente il pollicione ! Aveva frainteso, mal interpretato? Questa volta il mio gemito fu inevitabilmente maggiorato-UHM. Anche allora ritrasse subito il ditone, ma il mio sospiro di sollievo si bloccò a mezz’aria nel prendere atto che il suo gesto non era stato di umanità ma banale equivoco: mi aveva infilato due dita contemporaneamente! Urlai-cazzooooo. Nella stanza risuonava ancora la o finale, che, veloce come una scheggia, tirò via le dita ma mi abbassò ancor di più i pantaloni! A quel punto fui io a stupirmi più di lui della mia reazione stentorea e baritonale- fermi tutti, nessuno si muova-scusa-fece lui- pensavo che stavi per venire,così  volevo liberarti il cu.. per toccarti il ca…-scusa tu-feci io- avevo pensato che volevi liberarmi il cu.. per mettere il ca…! Meglio tardi che mai: avevo capito a posteriori che era gay.
  7. O’ Roskop  Innamorato strafatto degli astri, irlandese dop faceva parte di un clan di famiglie tutte mezze imparentate tra loro che abitavano nella prima periferia di Dublino. Ne facevano parte:  O’ Biettor  un polemico che eccepiva sempre su tutto, O’ Bsolet un tipo demodè, O’ Kial aveva due decimi per occhio e non era proprio raccomandabile alla guida,  O’ Kiell  faceva il sarto, O’ Kult gli piaceva defilarsi,  O’ Cean vestiva sempre in blue mare,  O’ Kupat sempre incasinatissimo, tranne quando si chiudeva al cesso dove rimaneva ore,   O’ Dios  un tipo antipaticissimo, O’ Dor profumava come una troia,  O’ Djet oggettivamente indefinibile,  O’ Phert faceva sempre la carità,  O’ Gnun egoista al massimo, diceva sempre ognuno pensi per se,  O’ Magg generoso e galantuomo,  O’ Moseks apertamente gay, O’ Nest di lui si raccontava di avere cercato per mari e per monti, spendendo una fortuna, il proprietario di una borsa contenente un milione di sterline che aveva trovato per caso  e che intendeva restituire, O’ Norat si sentiva sempre compiaciuto quando gli presentavano qualcuno.. anche un cane, O’ Post  era un bastian contrario perenne, O’Press eternamente stanco e sfaticato, O’ Reck  per poco non si sospettava del suo sesso, O’ Rphan  aveva perso i genitori da piccolo, O’ Rgasm aveva stampato in fronte il..sesso femminile, O’ Riginal il più eccentrico del clan,  O’ Rizzont  pittore in erba, prediligeva i paesaggi lontani, O’ Rpell parlava sempre con frasi piene di fronzoli,  O’ Rend in assoluto il più bruttino ed..evitato del clan,  O’ Rsett così peloso da sembrare un cucciolotto,   O’ Skur  figlio di madre marocchina, O’ Spital accoglieva in casa sua tutti i migranti, rifugiati e non, clandestini, terroristi ecc, un vero…dem, O’ Sess un fissato e maniaco come pochi in tutta l’Irlanda,  O’ Stinat una testa dura come le pietre,  O’ Strogot incomprensibile quando parlava,  O’ Struit e O’ Turat erano due cugini dalla stitichezza ereditaria memorabile,  O’ Tavin suonava nella banda rionale, O’ Timist  era così felice di esistere che, di fronte alle disgrazie che gli capitavano, era lui a consolare gli amici sconsolati per lui,  O’ Tocent era quello che pensava proprio all’antica,  O’ Vertur gli piaceva iniziare i discorsi, poi quando gli altri cominciavano ad accalorarsi, lui si ecclissava,   O’Zios era il fannullone della comunità. Allora…
  8. Doppio… Francotiratore, figlio di Madreperla, amava tantissimo cacciare volatili ma soprattutto sottane, belle, brutte, sveglie, mummificate: importante che avessero un nome speciale, cosa che lo attizzava da morire. D’altra parte la sapeva lunga in fatto di corteggiamenti: a turno faceva il baciamano, il cantastorie, il cascamorto, il pappafico, il pappagallo, il pescecane, il porcospino, il portalettere. Così al bar si vantava di essersi fatte Acquaragia, Acquavite, Anticamera, Bagnomaria, Battistrada, Belvedere, Capotavola, Dormiveglia, Entroterra, Falsariga, Filigrana, Filovia, Giravolta, Guastafeste, Manomorta, Pappamolla, Paradigma, Parapiglia, Parassita, Sopralapanca, Spazzaneve, Terracotta, Toccasana e Voltagabbana. Quest’ultima dimostratasi molto peggio di Giravolta, gli faceva girare i marroni costantemente, mutando sempre opinione anche su decisioni già prese da tempo. L’ultima gliela aveva combinata la domenica che la squadra di casa Il Parabiago(MI) club ospitava quei casinisti del Sotto il Monte Giovanni XXIII(BG) club, quasi un derby, feroce come tutte le stracittadine. Bene, fino al mattino gli aveva promesso che sarebbe stata con le sue amiche così lui potesse godersi il partitone e, di fatti, lui aveva già imparato i nomi di tutti i giocatori in campo: Parabiago (portiere Paraculo, difesa Paracelso- Paradiso-Paradosso, centrocampo Parafango, Paragone, Paralitico, Parallelo, Paralume, attacco Paraninfo e Paranoico), Sotto… (portiere Sottaceto, difesa Sottocoperta-Sottocosta-Sottoscala, centrocampo Sottocosto-Sottofondo-Sottointeso-Sottomesso-Sottosopra, attacco Sottosotto-Sottotono), arbitro il sig. Altopiano di Campobasso, guardialinee unico il sig Ambidestro. Invece lei, all’ultimo minuto, aveva disdetto l’appuntamento con le amiche e deciso di andare al cinema con lui. Francotiratore? Una belva! Già che mal la sopportava, voleva stirarle il collo dalla rabbia che gli annebbiava la vista, ci fu un forte battibecco, poi in un battibaleno pensò di infilarla nell’altoforno del cugino, poi di abbandonarla nel bassofondo, poi di buttarla dal boccaporto della barca, poi di arrostirla nel girarrosto, poi di aspettare mezzogiorno per buttarla dopopranzo dal corrimano con un ficosecco in bocca, poi di farla suicidare col parapendio da un grattacielo con un manoscritto di scuse al mondo. Poi… poi invece riuscì a calmarsi ed a riflettere; delegò, dietro promesse di molte banconote ed un passaporto falso, un lestofante capobanda del quartiere, senzatetto, di scioglierla per farne un soprammobile a….futura memoria.
  9. Incomprensioni Avresti dovuto volermi vedere gioire invece hai preferito vedermi dovere soffrire
  10. Auto…Chi gode di autonomia, sarà pure autosufficiente, disporrà di autocontrollo, potrà auto compiacersi, ma anche auto censurarsi o auto lesionarsi, sarà pure autorevole, autorizzato ed automatico, forse autoimmune, auto munito e condurrà autocarri, ma mai e poi mai si farà l’autopsia.
  11. Buchi C’è chi studia i buchi neri, chi teme i buchi dell’ozono, chi gusta gli osso buchi e i bucatini, chi si gode tutti i buchi, chi non centra mai un buco, chi fa business con i buchi personali, chi gioca a fare più buche, chi lavora facendo buchi, chi dà buca,  chi si buca, chi è bucato, chi fa il bucato, chi fa l’imbucato, chi fa il buca lettere, chi fa il tappabuchi, chi  è bucolico, chi fa sempre buchi nell’acqua, chi fa buchi fumando, chi ha le mani bucate, chi fa parte della banda del buco, chi ha un buco in banca: il più fortunato ha un buco grande.
  12. ORIGINI VARIE:
  13. Stretta la foglia   Un tipo corrotto durante il trotto si era rotto un tratto di arto.  Una tipa sposata piuttosto spossata  al soccorso di lui si disse disposta.  Alla sua vista il corrotto sbottò di botto: me ne fotto del tratto di arto rotto, ti devo mettere subito sotto . La tipa sposata si disse scioccata da cotanta violenza, ma una strana impellenza per la lunga astinenza la spinse a dargliela però chiedendo indulgenza. Tosto il corrotto la mise sotto, ma il tratto di arto rotto in breve lo spinse a metterla sopra. Ciò nonostante il fondo pietroso le ossa impietriva sicché il tipo la donna pregò: fate un letto di piccole foglie e largo mi farò in vostra piccola via.Lei con gioia obbedì e lui come promesso operò ma con delusione un viale trovò.  Da allora si dice: Stretta la foglia larga la via…
  14. Ninna nanna Quando venne alla luce la loro primogenita, i due nani Nanni e Nanà non ebbero dubbi e la chiamarono Nina, che dava già l’idea di essere piccolina. La bimba infatti era piccina ed anche carina anche se mostrò presto di  avere un problemino: difficoltà ad addormentarsi. La madre non poté fare altro che provare con la soluzione più classica ed immediata, cioè dondolarla..niente; provò a dondolarla per ore… niente, allora nonostante fosse molto stonata arricchì il dondolio con una cantilena, poi divenuta famosa: NINA NANA NINA NANA.
  15. Para Paracelso era il nome che il sig. Ponzi aveva dato al suo primogenito,il quale, nei suoi sogni,  sarebbe dovuto diventare un medico famoso; purtroppo il massimo che riuscì ad ottenere per lui fu l’abilitazione di paramedico. In realtà Paracelso, dagli amici chiamato Para, era un  paramedico così così , sia come aspetto che come professione, ma tant’è. Para lavorava nell’ospedale della sua città e non aveva fidanzate. Un bel giorno però accadde l’imprevedibile: una paranormale bellissima si era ricoverata da qualche giorno presso lo stesso nosocomio  dove prestava servizio lui e Para aveva perso la testa. Purtroppo lui era anche timido perciò cercava di farle capire i suoi sentimenti con parabole, parafrasi , paragoni, paradossi ed inoltre le parlava sempre nascosto dietro un paravento, così da non sortire utili effetti.La ragazza, che non era tipo da perdere tempo, aveva adocchiato un paraplegico, anch’egli ricoverato lì, così prestava attenzione solo a lui, tanto che un giorno, per vederlo, si era sporta così tanto dal parapetto del lettino  da  rischiare di cadere giù e  provocare un parapiglia tra il personale paramedico tutto. Il nostro paramedico cercava di non farlo capire, ma era diventato paranoico, però la voglia di lei era così grande che un giorno fu spinto a fare gesti eclatanti pur di ottenere più visibilità, così quel dì assunse tre paracetamolo, si coprì di paraffina, indossò un parapalle, un pararaggi,  un paraspifferi, un paracarro  e un paralume (così per sicurezza), si fece issare con un paranco e da Parabiago si scatenò a fare parapendio, riprendendo il tutto e inviandolo in tempo reale alla sua bella.Niente da fare. Se voleva stupire, non c’era riuscito. Ma al danno si aggiunse la beffa: i colleghi infatti, consapevoli della storia, avevano affisso dovunque la scritta Para vuole essere un paradigma per tutti e si darà presto all’ippica per dimostrare quanto vale. Stranamente Para, che nel frattempo si era drogato con i farmaci più disparati, non si fece sopraffare dagli eventi e, dimostrando di stare allo scherzo, si diede non all’ippica, ma al calcio pretendendo da subito il ruolo di portiere…”visto il mio nome vuoi vedere che questa volta dimostro quello che valgo?” aveva pensato Para. A quel punto gli amici furono costretti ad assistere a tutte le sue partite ed a fare il tifo per lui: ad ogni rigore si alzava l’urlo ”Para Ponzi para Ponzi” e, se per caso veniva infilzato non era raro che la voce si arrestasse “ Para Ponzi Ponzi Po..”Così ebbe origine il famoso ritornello!