buonismo

BUONISMO

Definisco buonismo  la falsa bontà, ma, volendo mantenere il termine, distinguerei il buonismo vero, sincero da quello finto, forzato, occulto o sbandierato. Se la distinzione apparisse grossolana mi costringo a fare il pignolo dividendo l’umanità, relativamente all’argomento, in quattro categorie. La prima quella delle persone pie, quelle cioè che posseggono la bontà da dna, le uniche che pagano in prima persona il prezzo della bontà: tempo, disponibilità, solidarietà, denaro ecc.: rarità. La seconda quella dei buoni da necessità/facciata, che comprende non pochi religiosi e politici. La terza quella dei buoni da convenienza, rappresentata da tutti quelli convinti che fare i buoni non può che produrre i migliori frutti in termini di ritorno. L’ultima è quella della gente realista. Il termine è qui argomentato con specifico riferimento al terrorismo e all’immigrazione. Tentiamo di farne chiarezza.

Quasi quotidianamente i media ci propinano notizie su efferatezze perpetrate da estremisti, ci narrano scene agghiaccianti di crudeltà inaudita. Assistiamo increduli ed impotenti a questa situazione ma, non vivendola personalmente né percependola a noi vicina, di li a poco ce ne dimentichiamo. E’ la natura umana, cioè l’egoismo. Ma, più che sbigottire di questi fatti, che appare inopportuno definire disumani proprio perché è l’uomo che dimostra ampia e ripetuta capacità di compierli, si rimane sconcertati (ma di poco, infatti non è che una forma di egoismo!) nel notare che c’è sempre qualcuno pronto a trovare ad ogni costo una giustificazione, una scusante, una motivazione accompagnate da soluzioni per lo meno fantasiose, a sfidare equilibrismi interpretativi a livello sociologico o economico. Ad esempio una logica che brilla nella mente del buonista di turno è quella di attribuire la causa del terrorismo all’ignoranza e quindi la soluzione ovvia per combatterlo sarebbe quella di sostenere la cultura degli attentatori in pectore . E’ notorio invece che molti degli ideatori e in genere chi comanda quei gruppi sono acculturati, spesso laureati presso università occidentali! Altra tesi stoltamente avanzata è quella di chiamare in causa la povertà: senza disturbare casi meno noti è sufficiente rammentare Bin Laden ed il suo successore Al Zawahiri, arciricchi! Un’altra tesi, strumentale, è quella portata avanti da altri analisti  politically correct che ricondurrebbe ad una “colpa dell’occidente”, come l’invasione dell’Iraq, e quindi giustificandola, la reazione del fenomeno jihad; se così fosse come giustificare i massacri di decine di migliaia di cristiani perpetrati negli anni in pakistan ed in zone estranee all’Iraq ad opera di islamici? La realtà?: gli ideatori ed i finanziatori, i cosiddetti califfi, non sono né poveri né ignoranti, ma semplicemente dei furbi ed esaltati che mirano al potere economico e politico/religioso, manovrando sapientemente giovani, forse molti di loro si, poveri, ignoranti e dalle menti fragili, chi con problemi d’identità, chi con la mente imbottita di fantastiche previsioni di una rivalsa dell’islam sull’infedele occidente, chi accecato dalla promessa di un paradiso nell’altro mondo, chi più semplicemente frustato e non integrato adeguatamente nelle realtà europee in cui vive.

Altra considerazione: molti islamici, non esclusivamente estremisti, vedono l’occidente come il demonio per cui non riconoscono anzi ne condannano usi, costumi, politica, religione, arti, tutto quello che sono nostre faticose conquiste di civiltà.  Tenendo conto del gap civiltà che ci separa (non è certo sentimento antirazziale ma semplice constatazione della realtà politica e religiosa di determinate zone),  la qual cosa potrebbe indurci a subire in religiosa pazienza le loro incomprensioni, mi chiedo: non sarebbero più credibili se eliminassero dalla loro vita tutto ciò che è occidentale: pc, internet, cellulari, auto, armi, ecc  O queste cose fanno eccezione perché sono utili?

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