egoismo

DOTAZIONI INTERIORI(sensibilità)

Sensibilità

Vincenzo kenzoFlickr)

Sensibilità Pregio o difetto? Dote o dannazione? Sembra una domanda retorica. Non è così! E’ bene distinguere intanto la sensibilità artistica da quella personale, comportamentale. La sensibilità artistica sembra ormai scomparsa. Da secoli non si vedono opere eccelse, riferimenti assoluti, unicità; dobbiamo accontentarci di godere di quel poco che fortunatamente ci è rimasto del passato. Ciò vale per la musica, la pittura, la letteratura, la narrativa, ecc. Ritorneranno i geni? E un nuovo rinascimento? E’ vero che i nostri antenati non erano certo distratti da tutte le comode “diavolerie” moderne. Oggi non può esserci spazio per tutto ciò che scaturisce dalla sensibilità, termine quasi scomparso dalla comune terminologia. La tecnologia e la scienza la fanno da padroni, ed è naturale ed auspicabile che progrediscano nel tempo a beneficio dell’umanità. Ma che prezzo si sta pagando per questa evoluzione!

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ASPETTO ESTERIORE

Aspetto esteriore

Biond G

Infinitamente più che in passato, ai nostri giorni l’aspetto esteriore è diventato fondamentale, soprattutto nella fascia dei più giovani, anche se gli adulti non ne sono esenti. L’oggi è pienamente rappresentato, oltre che dalla tecnologia e da internet, dall’apparire, dall’immagine. Se di questo non se ne fa un uso appropriato, ma resta l’unico lato oggetto di cura, non è banale affermare che non va bene, perché estremamente limitativo in considerazione delle molteplici potenzialità esprimibili dall’individuo. Una persona che dedica la propria esistenza esclusivamente alla cura del corpo e del fisico, cioè dell’immagine, forse diventerà l’idolo degli adolescenti, forse diventerà un buon indossatore, otterrà notorietà, potrà mantenersi per qualche periodo finché non sarà “passato di moda”. Poi sarà capace di reinventarsi? Comunque andrà è innegabile che il nostro, sfruttando il momento favorevole, migliorerà teoricamente, le proprie condizioni di vita ed acquisirà sicurezza derivatagli dalla certezza di piacere o dalla notorietà, particolare che ne condizionerà il carattere.

FISICITA’

Aspetto esteriore

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Stesso discorso dell’aspetto esteriore vale per la fisicità, intendendo per questa il culto esasperato e ricercato per la bellezza del corpo, che si tende a modellare in base alle finalità che si sono prefissate: culturismo, boxe, lotta, pura estetica ecc. Lo stesso dicasi per quanto riguarda l’influenza sul carattere.

STATUS SOCIO-ECONOMICO

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È ovvia l’importanza che assume la condizione economica, quella sociale e l’educazione di base per un bambino. Come accennato in precedenza, dissertando sull’intelligenza, un gemello omozigoto, cresciuto presso qualche tribù africana, la cui massima espressione tecnologica è rappresentata dalla lancia e quella religiosa dal totem e dove l’età massima dei suoi abitanti non supera i 40 anni, è perfettamente simile fisicamente e nella dotazione interna al gemello cresciuto presso una ottima famiglia di una nazione evoluta, ma la sua crescita, a parte forse quella squisitamente fisica, rimarrà stazionaria, mentre il fratello più fortunato sarà in grado a dieci anni di parlare più lingue, conoscere l’arte, chattare ecc., ed a 40 anni, quando forse il fratello “africano” sarà già morto, perverrà verosimilmente all’apice della carriera lavorativa. Non può quindi sfuggire l’incidenza fondamentale dello status socio economico e dell’ambiente alla nascita di un individuo. Non può cioè disconoscersi il contributo migliorativo o meno che ne deriva, o ne dovrebbe derivare a livello di benessere psicofisico generale, ma anche a livello culturale e intellettivo. Ma non è certo solo l’aspetto economico in sé che determina la differenza tra tipi.

 

 

BESTEMMIA

Bestemmia

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Qualche tempo fa ho letto che presso i popoli primitivi esisteva la convinzione che la parola possedesse una forza magica, cioè che fosse in grado di rendere magico l’oggetto interessato, di modificarlo. La funzione antica della bestemmia, così come dell’invettiva e della calunnia vanno compresi alla luce di tale mentalità. Se proprio se ne vuole trovare l’origine e la supposizione fosse azzeccata, viene da chiedersi se il bestemmiatore routinario (ricomprendendo nel termine sia la blasfemia che l’imprecazione in genere) voglia veramente, ma anche il perché, rendere magico o modificare la troia, la puttana, la vacca o le divinità che più gradisce. Lo escludo. Piuttosto sono propenso a pensare che la spontaneità con cui ricorre all’esternazione l’abbia appresa in famiglia o carpita agli amici più anziani o più “fighi”, certo non era insita nel suo DNA; poi avrà trovato terreno fertile nel suo mondo, non sempre(purtroppo) di ignoranza, e quindi divenuta abitudine. Possiamo considerarlo come un vezzo o una piccola droga, comunque non è stato nemmeno bravo ad inventarla lui. Ho precisato ”non sempre di ignoranza” e difatti non è esclusiva di un livello sociale: ciò rafforzerebbe l’idea che di abitudine si tratti.

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